Le fiere del futuro? Saranno virtuali, si visiteranno dal proprio device senza necessità di viaggiare. Ma non solo, da quando Mark Zuckerberg ha parlato di “metaverso” la “second life” è definitivamente sdoganata: dopo i social sarà la volta della condivisione in partecipazione. Ci si frequenterà sulle realtà digitale. E questo rivoluzionerà le nostre relazioni d’affari partendo, in primis, proprio dalla foresta pietrificata delle fiere. Si chiama Vinophila ed è il primo Expo virtuale dedicato al mondo del vino e dell’agroalimentare: una piattaforma 3D in realtà immersiva dove è possibile svolgere direttamente dal proprio computer o smartphone tutte le attività che si fanno normalmente in una fiera: visitare stand; incontrare produttori, chiedere materiale o campioni; ottenere l’accesso ad una degustazione; partecipare a seminari ed eventi; avviare trattative commerciali. Tutto da remoto, tutto tramite un Avatar, senza muoversi dal proprio ufficio.

A lanciare Vinophila una startup triestina, Labhornet, cui partecipano diverse realtà del mondo del vino, compreso il nostro Gruppo editoriale, guidata da Lorenzo Biscontin, nella foto, manager con una lunga esperienza internazionale nell’agroalimentare di eccellenza.

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«Il Covid-19 ha mutato radicalmente lo scenario fieristico a livello globale – spiega Biscontin – imponendo la digitalizzazione come chiave per sviluppare una relazione duratura e costante fra espositori e visitatori. Una Fiera non si esaurirà più nel solo evento in presenza (che mantenga o meno nel prossimo futuro limitazioni dovute al contrasto alla pandemia), ma proseguirà lungo tutto l’anno con eventi da remoto consentendo ai produttori di mantenersi in stretto contatto con clienti ed appassionati; una frequentazione, mediata sì da un Avatar, ma ricca di contenuti tecnico-professionali ed umani. Vinophila quindi non vuole sostituirsi alle fiere tradizionali, ma intende affiancarle garantendo l’afflusso di un pubblico nuovo, globale, che non vuole o non può spostarsi fisicamente, ma chiede comunque di restare costantemente in contatto coi produttori».

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Quali sono i punti di forza di Vinophila? «Gli eventi digitali – risponde Biscontin –  riducono le barriere geografiche: con un device e una copertura internet è possibile partecipare a conferenze dall’altra parte del mondo; favoriscono la fruizione dell’evento da parte di partecipanti con disabilità; sono più accessibili, sia in termini economici (è possibile risparmiare costi di viaggi e pernottamento), sia in termini di impegno temporale minore dovuto al mancato spostamento; hanno impatto ambientale molto minore: sia in termini di CO2, sia in termini di consumo di risorse e servizi connessi direttamente all’evento o al pernottamento/viaggio dei partecipanti, fornitori e ospiti».

Vinophila va nella direzione della convergenza tra ambito fisico ed ambito digitale in un’unica realtà. Si tratta dell’idea di metaverso che tanto ha fatto discutere recentemente e che nella visione di Labhornet è un concetto logico prima ancora che tecnologico.

«Non ci sono soltanto le manifestazioni fieristiche – aggiunge l’AD di Labhornet -: pensiamo alle centinaia di eventi legati all’agroalimentare che possono convogliare sul territorio un numero limitato, ad esempio, di buyer o opinion-maker: con Vinophila questi eventi possono essere rilanciati nel mondo, su una platea molto più vasta di operatori commerciali, giornalisti e semplici appassionati, moltiplicando la visibilità ed i risultati economici».

Vinophila parte da un portale 2D www.vinophila.com ed è caratterizzata da un approccio user-friendly così da rendere tanto al visitatore che all’espositore la navigazione e la gestione dello stand o dell’evento molto semplice e coinvolgente.