Il presidente dell’Autorità portuale di Trieste, il manager veronese Zeno D’Agostino, è pronto a dimettersi qualora lo sciopero previsto per venerdì 15 ottobre continuasse ad oltranza, bloccando le attività del porto. L’annuncio in diretta a SkyTg24. Il super-manager veronese, uno dei massimi esperti europei di logistica, ha dichiarato di leggere lo sciopero come una sconfessione del suo operato ed un ritiro di fiducia da parte dei camalli che lo avevano sostenuto quando la sua presidenza era a rischio per un cavillo legale. «Qui in ballo non c’è un greenpass, un permesso sanitario – ha sottolineato D’Agostino – qui in ballo c’è il futuro del porto, i frutti di un intenso lavoro di rilancio durato sei anni, ci sono in ballo i posti di lavoro dei portuali di oggi e quelli dei dei loro figli. Lo sciopero sarebbe mettere una firma alla mia lettera di dimissioni già scritta» ha tuonato D’Agostino.
CLPT (Comitato lavoratori portuali Trieste), la sigla sindacale con il maggior numero di iscritti dello scalo, ha fatto sapere che le dimissioni di D’Agostino sarebbero da imputare al Governo e che il blocco è confermato a meno che lo stesso Governo non ritiri il decreto di obbligo per il Green Pass per tutti i lavoratori. Dopo le manifestazioni di lunedì, dunque, continua il muro contro muro, nonostante le aziende operanti in porto si siano dette disponibili ad effettuare tamponi gratuiti ai non vaccinati per permettere il rilascio del Green pass (obbligatorio proprio a partire dal 15 ottobre). Disponibilità avanzata anche da AlpT, l’Agenzia per il lavoro portuale che a Trieste rappresenta l’Articolo 17 per i picchi di lavoro.
Nel frattempo alcuni segnali di perdita di traffico già arrivano dagli operatori Ro-Ro dell’autostrada del mare fra Trieste e Turchia, con i camion della Formula 1 dirottati in Francia e altro traffico pesante che sta scegliendo la strada dei Balcani per timore che i traghetti restino bloccati in porto.
Il minacciato sciopero a oltranza, inoltre, ha messo attenzione anche al vicino porto di Capodistria, dove potrebbero essere dirottati container destinati a Trieste. Nessuna notizia ufficiale, al momento, ma solo attesa per una prassi già sperimentata in passato. La linea dal Far East che serve i due scali è la stessa ma, in caso di problemi, le compagnie possono decidere – anche senza spostare toccate – di sbarcare container in uno dei due porti a seconda delle esigenze del momento. Più complicato sarebbe, in caso di blocco prolungato, far muovere i container destinati a Trieste via treno da Capodistria verso Europa dell’Est e Germania, se il numero di contenitori crescesse in maniera importante.