Il grillismo è la quintessenza della demagogia che, secondo etimologia, significa cercare di condurre con sé il popolo solleticandone gli istinti e dicendo quello che vuol sentirsi dire. Sparare a zero contro “la politica” facendo politica; promettere di “aprire il parlamento come una scatola di sardine”, salvo poi acquattarsi nel proprio seggio accettando ogni compromesso; tagliare stipendio e numero dei parlamentari dando da intendere che avrebbe risolto i problemi del paese; sostenere che la democrazia diretta deve sostituire quella rappresentativa è demagogia.
Ora il grillismo è finito. La demagogia non paga. Primo o poi l’intento del demagogo che non è quello di fare il bene del popolo, ma solo di raccoglierne il consenso, viene smascherato.
Nondimeno la demagogia è sempre una grossa tentazione per chi fa politica.
L’ultimo esempio è la richiesta di tamponi gratis per coloro che hanno rifiutato di vaccinarsi. Ovvero a carico dello stato, cioè di tutti gli altri che si sono vaccinati. Una proposta inaccettabile per evidenti motivi di equità. Ma come, dice chi s’è preso la briga di farsi in vaccino, io dovrei pagare i tamponi a chi non se l’è voluto fare? Che logica è?
E’ la logica della demagogia. Chi la propone ha fatto un calcolo. Però non quanto una scelta del genere costerebbe alla comunità – di qui a fine anno un miliardo di euro-, ma quanti voti potrebbe incassare dagli 8 milioni di italiani no-vax. Senza però calcolare quelli che potrebbe perdere quelli degli altri 51.258.000. La tentazione demagogica è forte. Ma alla fine la demagogia non paga.