Se non fosse perché l’unico veronese è Casale si potrebbe dire che l’Hellas è la conferma del detto “veronesi tuti mati”. E’ la terza vota che va in vantaggio e si fa raggiungere. Stavolta a S. Siro ha tenuto in mano la partita per un’ora. Dopo 7 minuti è già in vantaggio con un gol di Caprari. Domina in lungo e in largo con autorità. Poi arriva anche il rigore trasformato da Barak a legittimare la superiorità. Una squadra così che gioca così sarebbe da scudetto. Tudor ha davvero trasformato  quegli undici uomini che avevano perso tre partite una dopo l’altra. Tutto questo per un’ora. Poi, come a Salerno e a Genova qualcosa si rompe. Calo di tensione psicologica? Sicurezza di vincere che fa tirare i remi in barca? Stanchezza? Fatto sta che anche a Milano il Verona s’è fatto rimontare. Prima il gol di Giroud al 59’. Ci può stare. Dopo un quarto d’ora il rigore. Peccato. Ma già si era chiuso in difesa. E poi, massimo della sfiga, l’autogol di Gunther. Milan 3- Verona 2. Persa una partita che poteva essere vinta o almeno pareggiata. Una follia che continua. Veronesi tuti mati? Non che con questo si tolgano dei meriti ad una squadra che gioca un bel calcio, ben disposta e affiatata. Non che si metta in dubbio la capacità di una bravo allenatore che ha invertito una rotta che ci avrebbe portato dritti in serie B. Solo che questa doccia scozzese di un Verona che in trasferta vince e gioca bene e che poi fine si fa raggiungere o addirittura battere mette a dura prova il cuore dei suoi sostenitori. E fin qui passi. Basta che non comprometta la classifica.