Non poteva esserci occasione più appropriata dell’inaugurazione della Special Edition del Vinitaly per rimarcare l’opposizione al vergognoso tentativo di scippare il prosecco al Veneto.
Da Verona, capitale del vino della prima regione italiana per produzione, 11 milioni di ettolitri, il presidente del Veneto Luca Zaia ha approfittato per parlare della “guerra delle bollicine” ed ha affermato che «il prosek è una immonda vergogna, è scandaloso che l’Europa dia ascolto a questo dossier sul Prosek. Il prosecco vive di una riserva del nome dal 2009, e solo le zone a denominazione sono autorizzate ad usarlo, ed è ancora più scandaloso perché l’Unesco ha dichiarato patrimonio dell’umanità le Colline del prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, quindi una ulteriore riserva per quel nome».
«Che poi – ha aggiunto – non è proprio vero che Prosek è un termine dei croati. Noi siamo convinti di avere la ‘pistola fumante’, e lo comunicheremo a breve; lo dimostreremo, carte alla mano, partendo un po’ più distante da dove sono partiti i croati, e mostreremo che questo dossier dev’essere cestinato dall’Europa, dato che si presta ancora una volta all’italian sounding nel mondo».