Il centrodestra è percorso da tensioni. Né poteva essere diversamente dopo i deludenti risultato delle comunali. Già si sapeva delle posizioni diversificate all’interno della Lega, dove la corrente movimentista di Salvini si confronta con quella della Lega di governo, rappresentata da Giorgetti e dai governatori. Anche all’interno di Fratelli d’Italia, dove parlare di correnti suona come una bestemmia, emergono posizioni diverse, come quella di Rampelli che sollecita una linea più aperta al centro.
Nemmeno Forza Italia è indenne da tensioni, che ieri sono scoppiate in occasione dell’elezione del nuovo capogruppo della Camera in sostituzione di Occhiuto, eletto alla presidenza della Calabria. Renato Brunetta, Mara Carfagna e soprattutto Mariastella Gelmini, critici sulla conduzione del partito, avevano deciso di eleggere capogruppo un loro candidato, tale Giacomoni. Invece Berlusconi, che sceso a Roma dopo parecchio tempo per il vertice del centrodestra con la Meloni e Salvini, ha dato per lettera un’indicazione diversa su tale Barelli. E l’indicazione del capo è stata subito accolta. Nondimeno i malumori serpeggiano. La Gelmini, della corrente “governista” sostiene che attorno a Berlusconi s’è costituito un “cerchio magico” che nel periodo in cui è stato lontano da Roma gli ha raccontato un film diverso della realtà. C’è insomma del malumore, com’è normale che sia quando le cose non vanno per il verso giusto.
D’altra parte all’interno dei partiti è fisiologico che esistano posizioni e sensibilità diverse. Piaccia o non piaccia le correnti esistono, sono sempre esistite ed esisteranno sempre. Il dibattito in tutto il centrodestra è aperto.