(s.t.) L’oracolo di Omaha ha parlato: poco prima delle 17 l’agenzia Radiocor, subito ripresa da Reuters a livello globale, ha battuto la notizia che Warren Buffett ha aderito all’Opa di Generali su Cattolica. E stavolta il responso è tutt’altro che fumoso e difficilmente interpretabile. La decisione rappresenta una considerevole, forse decisiva spinta verso il risultato da tempo ampiamente previsto. E a una settimana dal termine del periodo di offerta sembra siano rimaste poche risorse a chi sperava o si attendeva un colpo di scena e un incremento del prezzo di 6,75 euro per azione, offerto in prima battuta da Trieste.

Questa la sintesi della notizia: la Berkshire Hathaway di Warren Buffett, uno dei principali investitori di Cattolica Assicurazioni, ha conferito la sua partecipazione nella società assicurativa nell’ambito dell’offerta di acquisizione di Assicurazioni Generali. Buffett l’anno scorso era il principale investitore in Cattolica con una quota iniziale del 9% che poi si è diluita fino a scendere al 7% circa. Con l’ingresso di Generali in occasione dell’aumento di capitale da 300 milioni, che vale il 24%, lo scenario si è completamente modificato. E in chiusura di Borsa l’azione Cattolica, che aveva aperto a 7,05 euro, ha chiuso a 6,96 dopo aver ritracciato fino a 6,91, con una perdita del 2,45% in un mese (ma pur sempre a un +43% dalla quotazione di sei mesi fa).

Cattolica 22 ottobre 4

Ieri l’adesione all’offerta aveva raggiunto il 15,9% delle azioni complessive oggetto dell’offerta, mentre questa sera TeleBorsa segnala che siamo al 24,77%. Di questo pacchetto fa parte il 6,9% di Buffett (giunto forse non a caso subito dopo il via libera di Bruxelles anche in riferimento alle condizioni antitrust), pari al 9% delle azioni oggetto dell’offerta, che non sono il 100% perché Generali ne possiede già il 24%. Quindi a oggi sono state conferite l’11% delle azioni proprie di Cattolica e questo 7% circa di Berkshire Hathaway, che aggiunti al 24% di Generali porta al momento le adesioni poco sopra il 42% del totale del capitale sociale. Ci si è quindi avvicinati ulteriormente al 50% più una azione che è la quota minima accettabile da Trieste per la buona riuscita dell’offerta. “Una soglia”, rileva Radiocor, “che viste le percentuali di partecipazione alle assemblee di Cattolica consentirebbe al Leone di raggiungere una maggioranza del 66,67% dei presenti, necessaria per implementare un’eventuale fusione con il successivo delisting, qualora ad esso non si arrivi con l’Opa”. Gli step successivi sono fissati alle soglie di sell-out (90-95%) e di squeeze-out (dal 95%).

L’offerta, che e’ iniziata il 4 ottobre e terminera’ il 29 ottobre, vede dunque un’adesione di peso”, aggiunge Radiocor, “sia per la quota detenuta che soprattutto per la sua aura di guru della finanza. Pur avendo con la sua Bershire Hathaway la quota di Cattolica in carico a oltre 7 euro (a 7,35 – ndr) Buffet ha comunque venduto all’offerta Generali, ritenendo dunque il prezzo adeguato”. Il titolo della compagnia veronese, che sul mercato si è mossa a lungo sopra i 7 euro, ha alimentato negli ultimi giorni speculazioni su un ritocco del prezzo da parte del Leone. Nulla si può escludere, ma da oggi la strada per chi attende un aggiustamento dell’offerta è ancora più in salita.