(di Stefano Tenedini) Da qualche giorno – qui il nostro video del volo – c’è un suono che sta diventando familiare ai veronesi: è la “voce” dei motori Lycoming da 260 cavalli montati sui quattro SIAI-Marchetti S.208 che compongono la formazione del 60° Stormo, impegnati nelle due settimane del Corso di Cultura Aeronautica che si sta svolgendo a Verona. Fino a giovedì, un gruppetto per volta, gli studenti delle superiori si faranno sentire così, sorvolando la città e i dintorni per fare pratica delle manovre di volo e delle tecniche di pilotaggio, naturalmente al fianco di un istruttore dell’Aeronautica Militare che sarà sempre ai comandi.
Nei giorni scorsi poco meno di un centinaio di ragazzi e ragazze tra i 16 e i 20 anni, selezionati secondo le indicazioni dell’Ufficio Scolastico di Verona “tra i più motivati e con buoni risultati nello studio”, ha frequentato un sintetico ma approfondito corso teorico – “ammorbidito” dalla sistemazione negli spazi tutt’altro che marziali della Sala Maffeiana e del Teatro Filarmonico – per poi trasferirsi all’aeroporto di Boscomantico per le esercitazioni in volo.
In aula le materie, racchiuse in una dispensa elaborata per offrire agli studenti un manuale tecnico introduttivo utilizzabile anche dai non addetti ai lavoro, andavano dalla fisica dei fluidi alle leggi del moto, dalle parti e i movimenti dell’aeroplano ai motivi per i quali un velivolo più pesante dell’aria può alzarsi in volo. Ma anche come funzionano e come si “leggono” gli strumenti di bordo, le caratteristiche del motore e dell’elica, per finire con le manovre e il pilotaggio (rullaggio, decollo e salita, virate, discesa, circuiti di traffico e atterraggio) e con i principi della navigazione aerea.
Piloti, specialisti e personale del 60° Stormo di Guidonia, dopo aver dovuto rinunciare nel marzo del 2020 proprio in extremis a tenere il Corso di Cultura Aeronautica a Verona a causa del Covid, hanno mantenuto l’impegno con la città e gli studenti. E per questo hanno ricevuto il ringraziamento del sindaco Sboarina, che ha espresso anche un po’ di sana invidia per la splendida esperienza riservata ai ragazzi. In decenni di corsi i partecipanti sono stati migliaia e migliaia in tutta Italia. A questi studenti l’Aeronautica Militare ha saputo trasmettere la passione per il volo, e molti hanno preso le vie del cielo non solo come hobby o sport ma anche come professione sulle linee aeree, negli aeroclub e indossando la stessa uniforme dei loro accompagnatori di oggi.
Di sicuro la settimana prossima gli studenti rientreranno nelle loro aule nei licei e negli istituti tecnici con la consapevolezza che volare richiede impegno costante, attenzione e applicazione, stimola la competizione basata sull’attitudine e sul merito, sviluppa la collaborazione e la cultura della sicurezza. E, come ha aggiunto il dirigente dell’Ufficio Scolastico Sebastian Amelio, rende evidente che “dall’alto non si vedono confini”. L’ultimo atto del Corso è in programma giovedì pomeriggio, con la consegna degli attestati. Come luogo simbolico per la cerimonia è stato scelto l’edificio di Porta Palio, costruito a metà del Cinquecento dal Sanmicheli come innovativa struttura difensiva, ma non priva di un suo fascino architettonico.