(s.t.) Com’era facilmente ipotizzabile già venerdì sera, l’adesione di Warren Buffett all’Opa lanciata da Generali su Cattolica ha dato il via oggi a un’ondata di vendite, tanto che i conferimenti hanno superato la soglia del 25% e il titolo è affondato perdendo in Borsa il 2,37% del suo valore, fermandosi a 6,80 euro, ad appena 5 centesimi al di sopra del prezzo di 6,75 euro per azione offerto da Trieste. La perdita di valore sul mercato in un mese ha superato il 5%, mentre lo scivolone di oggi ha limato il guadagno a sei mesi al 36%, anche se si tratta di calcoli del tutto virtuali visto che tra una settimana i giochi potrebbero essere già finiti.
In una giornata tesa e difficile, durante la quale la società di Lungadige Cangrande (che si è mossa in controtendenza rispetto al listino di Milano, il quale ha messo a segno un guadagno dello 0,92%) non è mai riuscita a recuperare e nemmeno a invertire una stabile tendenza al ribasso che sembra ormai preludere a un riallineamento sul prezzo base dell’offerta. Cattolica era partita male a 6,85 euro, già sotto la chiusura di venerdì (6,96), e anche se nella giornata c’è stata qualche timida inversione di tendenza, la quota di apertura non è più stata avvicinata, anzi: la soglia minima è scesa fino a toccare i 6,79 euro.
Mentre gli investitori istituzionali ancora non si pronunciano la spinta del mercato appare almeno per adesso in deciso riflusso. Fondi a parte, tra i big spicca ad esempio la Fondazione Banca del Monte di Lombardia, che dovrebbe sciogliere la riserva a breve. Ma a far pendere l’ago della bilancia verso un’adesione potrebbe giocare la prospettiva di vedersi entrare in cassa poco meno di 60 milioni.
I trader non professionali, solo per citare un comparto molto attivo nei giorni scorsi, continuano a valutare ipotesi ma si esprimono in toni comprensibilmente delusi, perché vedono progressivamente affievolirsi la prospettiva di una controfferta di Generali, su cui avevano scommesso nelle prime settimane dell’Opa quando il titolo era saldamente sopra i 7 euro, con punte oltre 7,10.
Insoddisfatti e amareggiati anche gli azionisti di minoranza che mantengono una cospicua presenza sul territorio: dopo essersi battuti per mantenere a Verona il controllo della compagnia hanno contestato a lungo il valore attribuitole da Generali con l’Opa e hanno ribadito anche di recente la necessità di un rilancio del valore. Che per il momento non sembra comunque essere un’ipotesi sul tappeto, tanto che Generali non ha mai ventilato questa possibilità.