La Corte d’Appello di Venezia emana la prima sentenza sui diamanti da investimento confermando quella del Tribunale di Verona che per primo aveva condannato Bpm a risarcire un cliente che ne aveva acquistati. La vicenda nasce quando un’anziana risparmiatrice aveva acquistato diamanti per 46.222,40 euro nella convinzione di effettuare un investimento sicuro. Successivamente, tramite la stampa e la trasmissione Report, l’erede dell’anziana Signora scopriva che i diamanti non erano affatto un investimento sicuro e che il loro valore era notevolmente inferiore rispetto a quello che era stato riferito. A seguito del primo ricorso depositato dagli avvocati Camilla e Vincenzo Cusumano dello studio LEGALS il Tribunale di Verona, Giudice Vaccari, emanava la prima sentenza in Italia a favore del cliente per la vicenda diamanti.
Ieri, la Corte d’Appello di Venezia, ha confermato la responsabilità della banca affermando: “non v’è dubbio che la Banca sia un soggetto qualificato e che, pertanto, fosse tenuta a conformare la propria condotta in modo tale da non ledere l’affidamento legittimamente risposto dal proprio cliente nella serietà e trasparenza della stessa”. Ed ha condannato la banca a versare la differenza tra il capitale investito ed il valore delle pietre che restano al cliente, oltre agli interessi e le spese legali.
L’avv. Camilla Cusumano, afferma: “Ci riempie di gioia la notizia di questa vittoria che stavamo aspettando. E’ la dimostrazione che la giustizia esiste e che agendo si può vincere anche contro le banche se si ha ragione”. “Nonostante le articolate difese degli avvocati di controparte, siamo riusciti a dimostrare la piena consapevolezza, per non dire malafede, della Banca circa il reale valore dei diamanti” afferma l’avvocato Vincenzo Cusumano, “Banca che percepiva ben il 18% di commissioni sulla vendita da parte di IDB”