Il marchio Donnachiara, nasce dal desiderio di Chiara Petitto di dedicare la cantina vinicola alla nonna Chiara, nobildonna nata nel 1883 e vissuta a cavallo dei due conflitti mondiali. Sposata con Antonio Petitto, nipote della Marchesa Maria Antonietta Petitto, Chiara aveva grande amore per la natura, amava, infatti, trascorrere lunghi periodi nella tenuta di campagna, presiedendo alle operazioni stagionali e conducendo spesso con sé l’amata nipote. Suo marito, Antonio Petitto, era un medico chirurgo specializzato in ostetricia, era un uomo amatissimo e generoso, colonnello medico nella Croce Rossa Italiana, che prestò la sua opera di medico nel campo di concentramento di Mauthausen. L’azienda vitivinicola nasce nel 2005, come il più recente dei progetti imprenditoriali della famiglia Petitto, proprietaria, sin dall’Ottocento, di vigneti in diversi Comuni tra i più vocati dell’Irpinia. L’incontro con Riccardo Cotarella, ne ha ulteriormente ampliato le potenzialità.

Rosmunda Kapemort Irpinia Rosato DOC Unconventional Wine mobile

Rosmunda, Irpinia Rosato DOC è ottenuto con uve 100% Aglianico del vigneto in Torre le Nocelle nel cuore dell’areale del Taurasi. La fermentazione alcolica del solo mosto fiore, avviene in tini d’acciaio per almeno 20 gg tra i 12 ed i 16 C°. Breve sosta sulle fecce fini per poi procedere alle operazioni di refrigerazione e filtrazione.

L’etichetta Kapemort Unconventional Wine è legata alla tradizione esoterica di Napoli. Le coloratissime sculture/teschio di #alexcaminiti4677, vengono riprodotte in etichetta con cromatismi perfetti e sapienti giochi di luce e luminosità, ottenuti attraverso la sovrapposizione delle lamine e delle lucidature, per veicolare la Campania e il Sud-Italia non con l’arcinota sagoma del Vesuvio, piuttosto con un simbolo che richiama il culto delle “anime pezzentelle”, un’originalissima fusione di religione, superstizione, esoterismo e folclore. Rosamunda, ad esempio, era la moglie del re dei Longobardi Alboino che, secondo la leggenda, la costrinse a Verona, in quella che era stata la reggia di Teodorico, durante una notte di bagordi a bere del vino nel cranio paterno. Un’immagine forte che ha condizionato la parlata napoletana tanto da essere all’origine del detto, tuttora abbastanza diffuso, “Fa ‘int’a cap’ ‘e morte”, che sottolinea sia la qualità del vino sia chi beve con piacere… Le altre etichette sono dedicate a Diego Armando Maradona (un Greco di Tufo DOCG riserva), a Partenope (Falanghina IGT Beneventano), alla Sybilla (Fiano d’Avellino DOCG), a Megaride, l’isola dove venne sepolta Partenope (un altro Greco di Tufo DOCG), a Nerone (Aglianico IGT Campania) ed all’Averno (Aglianico DOC Irpinia).