Qualcuno dovrebbe spiegare il motivo per il quale a Verona si fa carnevale a fine ottobre. Il carnevale, come altre feste dell’anno, è legato indissolubilmente al calendario. Da che mondo è mondo l’uomo ha legato certe feste, certi riti al volgere delle stagioni. E’ una regola che affonda radici nella notte dei tempi. Si pensi ai riti solstiziali, legati al ciclo solare, che si svolgono da sempre attorno al solstizio d’inverno – 21 dicembre- e al solstizio d’estate -21 giugno-, i primi che festeggiano il sole che rinasce dopo aver vinto le tenebre nel giorno più “corto” dell’anno, i secondi il raccolto dei campi. Riti dai quali deriva in Natale o la Pentecoste, festa molto sentita nel mondo germanico. Oppure al Ferragosto, vestigio delle “feriae Augusti”, le ferie dell’imperatore romano, o alla Pasqua cristiana, che arriva dopo quaranta giorni di Quaresima, a sua volta preceduta dal Carnevale.
Ci chiediamo: che senso avrebbe festeggiare il Natale a marzo, Pentecoste a Novembre o la Pasqua a dicembre o i Ferragosto a gennaio? Non avrebbe alcun senso. Sarebbe pura follia. Una stupida follia. Non solo. Queste feste verrebbero svuotate anche di quel minimo di richiamo alla tradizione ed alla cultura popolare che ancora contengono, svilendole a mero motivo di vacanza, a manifestazione esteriore e vuota.
Non ci vogliono le scale per arrivare a capire che lo stesso vale per il Bacanal del Gnoco, festa veronese legata al carnevale e quindi ad un ben determinato periodo dell’anno.
Fare carnevale il 30 ottobre non ha alcun senso. Non ha alcun collegamento né con la cultura popolare né con la tradizione. Anzi, è un insulto alla tradizione che, proprio perché tale pretende il rispetto delle regole e delle date che si sono perpetuate nei secoli. Ed è anche un insulto al buonsenso, perché non si vede il motivo di “fare carnevale” in un periodo dell’anno in cui il carnevale non c’è mai stato. Per di più a ridosso della ricorrenza dei defunti.
Qualcuno deve spiegare alla città che deve sopportare la visione di questa mascherata fuori tempo e contro il buongusto i motivi per cui è stata inscenata.