La caratteristica del Chievo è stata la simpatia. Faceva simpatia la squadra del piccolo quartiere arrivata a giocare in serie A dov’era rimasta quasi vent’anni. E faceva simpatia l’approccio: niente grilli per la testa, massima correttezza e fair play. E quel suo presidente musone, un po’ strano, che non parlava mai…col Chievo diventava simpatico perfino lui. Sergio Pellissier s’è messo a ricostruire sulle macerie. Una grand intuizione: puntare sulla simpatia. Come fa infatti a non essere simpatico un giocatore che, rimasto senza la sua squadra, si tira su le maniche e ne mette in piedi una nuova, con un nome un po’ diverso – la Clivense- ripartendo da zero.
Ecco, il libro “Ho fatto trentuno”, scritto dal giornalista romano Matteo Renzoni per le edizioni di Abslutely Free Libri, presentato ieri alla Feltrinelli, che racconta la vita di Pelissier, è il primo step dell’operazione simpatia pensata dal presidente della Clivense per lanciare il nuovo club che porta il suo imprinting. Pellissier si porta i suoi ricordi, ma guarda al futuro, proteso a realizzare la sua impresa. Unica debolezza – se di debolezza si può parlare- vorrebbe tornare a giocare almeno una partita della sua squadra, magari col numero 31! Renzoni, l’autore, ha sempre apprezzato Pellissier. Perciò un bel giorno l’ha contattato e gli ha chiesto di raccontargli la sua vita. « E così – dice Pellissier- ho raccontato la mia vita a uno che non conoscevo e che è diventato un amico».
Un mix strano: un giornalista romano che manco teneva al Chievo che racconta l’avventura di un montanaro valdostano con prefazione di Jerry Calà, catanese naturalizzato veronese, diventato suo grande amico. Il tutto che si svolge a Verona, dove potrebbe essere ambientato un film che racconta questa avventura. Perché “Ho fatto trentuno” potrebbe essere la sceneggiatura di un film. Gli ingredienti ci sono tutti: il campione protagonista del successo che prima viene estromesso, poi si ritrova senza la sua squadra e che poi si rimbocca le maniche e riparte da zero per ricostruire quella che tutti avevano definito una favola. Un film che tutti gli augurano sia a lieto fine.