Secondo l’ultimo report dell’Istituto Superiore di Sanità sull’andamento dei contagi emerge una dato non propriamente positivo.
Da quando circola la variante Delta l’efficacia del vaccino è calata dall’89% al 75%. Proteggeva di più dalla variante Alfa. Ma l’ISS precisa anche che “rimane comunque elevata l’efficacia vaccinale nel prevenire l’ospedalizzazione e il decesso, in entrambi i casi al 91%, e il ricovero in terapia intensiva (95%)”. Ovviamente si parla sempre di persone vaccinate con ciclo completo.
Il dato, anche se aumenta le preoccupazioni, da un lato dovrebbe chiarire una volta per tutte agli scettici e ai no-vax che i numeri che vengono dati sono reali, non taroccati per convincer qualcuno. Anche a costo di evidenziare una diminuita efficacia del vaccino. Ma, ed è quel che più conta, nemmeno queste cifre mettono in discussione la necessità di vaccinare quante più persone possibile, perché è di tutta evidenza che la campagna vaccinale sta comunque dando risultati eccellenti. Non occorre esser degli scienziati per capirlo. Basta guardare quello che sta succedendo dove i vaccinato sono pochi: morti a ripetizione e terapie intensive al collasso.
Basta guardarsi un po’ indietro a quello che succedeva un anno fa anche qui in Italia, quando non c’era ancora il vaccino, quando non sapevamo se, quando e in che quantità sarebbe arrivato, quando gli ospedali erano pieni e ci toccava rimandare a casa i malati o rinviare gli interventi chirurgici.