Traguardi è un movimento civico nato nel 2017 dopo l’esperienza della lista Verona Civica a sostegno della candidatura di Orietta Salemi a Palazzo Barbieri. L’operazione sul momento non ebbe il risultato sperato. Al ballottaggio contro Sboarina ci andò Patrizia Bisinella. Ma il gioco valse la candela. Fu l’occasione per iniziare una nuova avventura politica che dura tutt’ora. Anzi, s’è trasformata in una realtà tra le più vivaci espresse dalla società veronese. Il suo presidente è Pietro Trincanato, 35 anni, storico per formazione, attualmente impegnato nell’azienda agricola di famiglia, che si è avvicinato alla politica solo da qualche anno, ma che è molto preparato e determinato. E, da quel che dice e come lo dice, si capisce che Traguardi non è una meteora, ma qualcosa che si va strutturando e a tutta l’aria di voler rappresentare una certa area oggi scoperta. E mette subito i puntini sulle i: «Non siamo una corrente del Pd, come qualcuno crede.»
Ma siete di sinistra, no?
Non direi. All’interno di Traguardi ci sono varie sensibilità. Anche di sinistra. Ma io, per esempio, mi sento per formazione e cultura un liberale. Pur senza essere liberista. Ad esempio, credo che in economia, il pubblico deva essere gestito con le stesse logiche del privato privilegiando le competenze, senza aver paura del mercato e delle sue logiche. Invece se ci guardiamo attorno, anche qui a Verona, chi ritroviamo ai vertici delle partecipate? Persone che non hanno né arte né parte, ma il solo merito di essere legati a questo o a quel gruppo politico».
E allora Traguardi dove si colloca?
Al centro. Anche se mi rendo conto che oggi non è una parola molto spendibile. Come moderati, anche se questa etichetta non mi dispiace, soprattutto se letta in chiave storica. Potremmo parlare di riformismo liberale, di civismo progressista, o meglio ancora di un’anima progressista e una liberale unite in un percorso civico comune.
Però siete alleati con la sinistra. C’è il Pd, Bertucco…
Certo, perché è inevitabile che, opponendoci sia a Tosi sia a Sboarina, ci siamo trovati in compagnia di coloro che avevano assunto le medesime posizioni. Fortunatamente, però, non si tratta soltanto di un’unione “contro” qualcuno, ma di un’alleanza costruita attorno a un progetto condiviso per rilanciare Verona. Anche per questo coltiviamo la speranza, non credo vana, che altre forze in dissenso con l’attuale modello amministrativo si uniscano alla coalizione, allargandola ulteriormente.
Ma adesso la candidatura di Damiano Tommasi, che porta la vostra firma, vi pone al centro dell’alleanza di centrosinistra che punta a ripetere l’exploit del 2002, quando Zanotto batté Bolla. Quindi siete di centrosinistra…
Questo è il messaggio che passa secondo i canoni dell’attuale topografia politica. Ma, ripeto, anche se comprendo le necessità dell’informazione di semplificare il quadro, trovo limitativo e fuorviante usare le categorie di “destra” e “sinistra”, soprattutto in ambito amministrativo e locale. A noi interessa il bene di Verona. E certe scelte di trasparenza e di efficienza non sono né di destra né di sinistra, ma sono solo giuste o sbagliate. Negli ultimi 15 anni il centrodestra ha bloccato Verona, l’ha tenuta ferma. Ecco noi vogliamo farla ripartire cambiando passo e dando spazio ai giovani».
Però non crede sia limitativo buttare la croce solo sulla politica? Non pensa che ci siano precise responsabilità anche da parte di certi gruppi di potere e di certe associazioni di categoria?
Sì, ma chi era alla guida di Verona aveva il dovere di denunciarle. E invece se n’è stato tranquillamente seduto sulla sua poltrona. Che la città abbia bisogno di un rinnovamento complessivo è evidente, e questo riguarda la sua intera classe dirigente. Ma per farlo, bisogna necessariamente partire dalla politica.
E voi con questi gruppi di potere che rapporti avete?
Noi siamo svincolati da qualsiasi gruppo di potere. Abbiamo qualche conoscenza personale, perché Verona è piccola, ma niente di più».
Che formula propone Traguardi con la candidatura Tommasi?
Noi ci rivolgiamo a tutti, trasversalmente, soprattutto a quei cittadini moderati stanchi di questa gestione della città, che noi riteniamo siano la maggioranza, per una nuova politica amministrativa che salvi gli asset che ci rimangono attraverso la scelta di persone competenti e che mettano il bene della città in testa ai loro interessi. Troppi asset sono stati persi. Bisogna conservare quello che c’è rimasto e gestirlo nell’interesse dei veronesi.»
E in un eventuale ballottaggio fra voi e il candidato del centrodestra vi accorderete con Tosi per vincere?
«No, no faremo nessun accordo».