La ripresa? Adesso coinvolge un po’ tutti, anche le imprese più piccole del terziario e non soltanto i colossi dell’industria. Lo afferma il report trimestrale di ConfCommercio Verona, l’indagine congiunturale rapida fra gli associati scaligeri. Il periodo estivo ha portato un lieve miglioramento del trend e del sentiment delle aziende del terziario di mercato rispetto alla prima metà dell’anno: il c campione che nelle scorse settimane ha risposto alla congiunturale è costituito per il 40% da imprese del settore turismo e ristorazione mentre il settore dettaglio copre il 41% del totale (per il 31% dettaglio di prodotti per la persona, per il 10% prodotti alimentari); le aziende dei settori servizi coprono il 10% del totale, quelle dell’ingrosso il 9%. All’appello manca l’ultimo quadrimestre dove, tradizionalmente, si registra una crescita dei consumi delle famiglie che potrebbe sostenere vieppiù la ripresa.

La maggioranza delle aziende ritiene che nei primi 9 mesi del 2021 il proprio stato di salute sia migliorato (46%), ma soprattutto il 66% delle imprese prevede che positivi saranno anche i prossimi sei mesi. In sintesi:

  • Clima di fiducia positivo: il saldo risulta essere + 28 punti percentuali. Il settore turismo e ristorazione restano meno positivi nelle previsioni rispetto alle altre categorie
  •  Andamento dei fatturati: le aziende più piccole mostrano un clima di fiducia più negativo. Previsione coerente con la correlazione rilevata tra andamento dei fatturati e classe di dipendenti
  •  Rapporto con i fornitori e con le banche: leggermente migliorato rispetto alla rilevazione del primo  semestre.
  • Rapporto con i clienti: ancora il 77% delle aziende vede tra i propri clienti sintomi di difficoltà, tuttavia l’andamento viene percepito stabile
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Le aziende definiscono il proprio stato di salute al 30 settembre 2021: in prevalenza (46%) viene definito “discreto” ; nel 16% dei casi viene definito “non buono” (16%), “pessimo” (0%);  il 38% lo considera “ottimo” o “buono”.

Il saldo (% buono/ottimo – % non buono/pessimo) è positivo ( + 22 punti percentuali), il terzo trimestre 2021 vede più aziende che si descrivono in condizione buona rispetto a quelle che si descrivono in condizione non buona. Su questo punto – evidenzia Confcommercio – si può notare un miglioramento della percezione dello stato di salute rispetto alla scorsa rilevazione. E’ stato chiesto alle aziende di valutare anche l’andamento del proprio stato di salute nei primi 9 mesi del 2021. La maggioranza delle aziende ritiene che nei primi 9 mesi del 2021 il proprio stato di salute sia migliorato (46%), mentre il 20% ritiene che sia peggiorato. Nel restante 34% dei casi è rimasto invariato. Complessivamente per quasi metà del campione vi è stato un miglioramento.

La maggioranza delle imprese (66%) prevede stabilità del proprio stato di salute nei prossimi 6 mesi a partire  dal 30 settembre. Le restanti si dividono in una minoranza di pessimiste (il 14% prevede un peggioramento), e in un buon numero di ottimiste (il 20% prevede miglioramento). Il clima di fiducia al 30 settembre 2021 pertanto è positivo (+28 punti percentuali), migliorato rispetto al primo semestre (+18). Il clima di fiducia per il prossimo semestre è particolarmente positivo nei servizi (+25) e tra le imprese del settore ingrosso (+20). Positivo anche nel dettaglio di prodotti non alimentari (+6). Nella vendita al dettaglio di alimentari vi è una stabilità tra coloro che prevedono un miglioramento e coloro che prevedono un peggioramento. Equilibro tra le previsioni positive e negative anche nel settore turismo e ristorazione. Le aziende più piccole mostrano un clima di fiducia negativo, a differenza di quelle più grandi che non prevedono peggioramenti

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Per quanto sia complicato valutare il risultato derivante da un confronto di fatturati tra i primi 9 mesi del 2020 e i primi 9 mesi del 2021 (infatti i due periodi sono stati interessati da diverse dinamiche legate alle restrizioni) risulta che non per tutti il III° trimestre 2021 è stato un periodo di ripresa dopo le criticità del 2020, infatti: quasi un terzo ha osservato un calo dei fatturati (20%), il 50% ha assistito ad aumenti e un terzo ad un fatturato invariato (30%).

Tuttavia il saldo (differenza tra la % di aziende che hanno assistito ad un aumento e % di aziende che hanno assistito ad un calo) è positivo (+30). Si osserva una correlazione tra andamento dei fatturati e classe dipendenti. Infatti le aziende senza dipendenti segnalano una perdita prevalente dei fatturati (-1,3%), in particolare più l’azienda è grande e strutturata, minore è la percezione di cali nel fatturato.

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La maggioranza delle aziende (il 58%) ritiene discreto il proprio rapporto con gli istituti di credito, mentre il 35% lo ritiene buono, ed il 7% non buono. La maggioranza delle aziende (94%) ritiene sufficiente il proprio livello di liquidità al 30 settembre 2021 e di  queste: il 54% lo ritiene sufficiente da qui a fine anno, il 40% solo per un breve periodo (2-3 mesi). Il 6%, invece, ritiene la propria liquidità insufficiente (0% gravemente insufficiente).  Il saldo (% sufficienti – % insufficienti) è positivo (+88), qui notiamo un leggero miglioramento rispetto alla  rilevazione del primo semestre 2021 (+ 72).