Il veronese è una delle zone con il maggior numero di allevamenti avicoli e non. Non meraviglia quindi che l’influenza aviaria in Veneto, e in provincia di Verona in particolare, si stia diffondendo con una certa rapidità colpendo numerosi allevamenti. Secondo la Copagri regionale si contano ormai circa una ventina di focolai con diverse centinaia di migliaia di capi interessati, anche se la situazione è sotto controllo. C’è da precisare che il virus colpisce solo polli, tacchi ed uccelli, non l’uomo. Noi ne abbiamo già abbastanza del Covid. “Riteniamo fondamentale, vista l’aggressività e la pericolosità del virus, – ha dichiarato il presidente di Copagri Veneto Carlo Giulietti – mettere tutta l’attenzione del caso sulla necessità di attenersi strettamente alle misure di biosicurezza indicate dalle autorità competenti”. “Oltre a segnalare qualsiasi sintomatologia sospetta – prosegue Giulietti -, invitiamo tutti gli allevamenti avicoli a rispettare i protocolli individuati per evitare il rischio di contagi indiretti; attenzione quindi alla disinfezione dei camion, all’ingresso e all’uscita dall’azienda, e all’utilizzo di calzari e abbigliamento dedicato, evitando il contatto diretto tra uccelli selvatici e pollame e limitando le visite esterne in allevamento”.