(di Elena Donazzan *) Da sempre sono fortemente critica con il reddito di cittadinanza e non gioisco del fatto che si sia dimostrato un fallimento. Si traduce oggi in un bilancio di spesa pubblica enorme e improduttiva: il personale individuato – i cosiddetti navigator –non ha saputo e potuto intervenire perché la funzione è stata completamente sbagliata. Si trattava infatti di personale non selezionato e che avrebbe dovuto trovare lavoro, da disoccupato, ad altri disoccupati, senza alcuno strumento per animare il territorio, che peraltro spesso non conosceva.
E’ altamente diseducativo il messaggio che il reddito di cittadinanza ha portato con sé: ovvero la garanzia di avere una ‘paghetta di Stato’ a fronte di nessun impegno, né nella ricerca attiva di lavoro né nella restituzione alla cosa pubblica di ore di lavoro, con attività nei comuni.
Credo che sia un grande errore che si rifinanzi: nella legge di bilancio uscita dal governo è previsto questo rifinanziamento che a mio parere rappresenta anche un fallimento della politica, che avrebbe dovuto e potuto rendersi conto che questa legge non funziona e che non si è trovato lavoro a che è disoccupato, non stimolandolo nemmeno nella ricerca di lavoro. Il reddito di cittadinanza non è quindi lo strumento giusto per trovare lavoro a chi ne è privo. I Centri per l’impiego che in Veneto sono stati potenziati secondo il giusto carico di lavoro, e non semplicemente perché si doveva assumere qualcuno, hanno funzionato meglio di quanto si sperasse perché il modello veneto del rapporto pubblico-privato è un buon modo di far circolare le informazioni e di far circolare i disoccupati che siano interessati e che si impegnino a cercare lavoro. Se viene semplicemente garantito un sussidio per stare a casa e non si crea una cultura per la dignità del lavoro, è evidente che diventi un fallimento.
In Veneto grazie alla forte attività dell’Inps, sono state riscontrate diffuse e gravi irregolarità, che a tratti hanno lasciato intendere la presenza alle spalle di criminalità organizzata.
(* assessore regionali al lavoro)