Questa mattina gli studenti e le studentesse, davanti al Liceo Montanari e altre scuole in tutto il Paese, hanno rilanciato la mobilitazione nazionale come avevano annunciato nei giorni scorsi: è iniziata così la settimana di agitazione verso la mobilitazione di venerdì 19 Novembre.
La mobilitazione, che a Verona partirà dalla Stazione Porta Nuova alle 9.30, arriva dopo settimane di costruzione, coronata dalla piattaforma “Ripartiamo da Zero. Idee studentesche per riprenderci il futuro” un documento che spiega punto per punto quali siano le istanze della generazione Zeta.
“Il 19 Novembre gli studenti e le studentesse scenderanno in piazza in tutto il Paese dopo due anni di pandemia. Ci è stata data Zero considerazione così come Zero sono state le misure prese per la nostra generazione, dalla scuola all’ambiente” spiega Tommaso Biancuzzi, coordinatore nazionale della Rete degli Studenti Medi.
Gli studenti chiedono un confronto con Governo e Ministero su diversi temi: riforma della didattica, riforma della rappresentanza studentesca, interventi sul lavoro precario e molto altro. ‘
‘Il Veneto è tra le peggiori regioni in materia di diritto allo studio e dialogo intergenerazionale” dicono gli studenti davanti al liceo veronese in stradone Maffei.
“Sono previste più di quaranta piazze dal Nord al Sud del Paese. Questo sta a significare un malcontento diffuso, una precarietà complessiva che la nostra generazione sente di stare vivendo” dichiara davanti ai cancelli del Montanari Camilla Velotta, coordinatrice della Rete degli Studenti Medi di Verona – Il 19 novembre non potrete far altro che ascoltare la voce di una generazione che agli occhi della classe dirigente viene zittita e ridotta a tanti ”zero. La pandemia ci permette di ripensare da zero i metodi didattici, dalla valutazione all’ esame di Stato a partire da quest’anno. Serve poi dare più spazio alle nostre istanze dentro le scuole, aprendo ad una riforma della rappresentanza studentesca. Sull’edilizia sono state fatte promesse ma gli investimenti sono lontani dal risolvere le carenze degli edifici scolastici. Il tema vero di cui la politica non sembra accorgersi, però, è quello della Salute Mentale. Le malattie mentali sono in vertiginoso aumento nella nostra generazione: serve prenderne atto e intervenire subito portando l’assistenza psicologica nelle scuole e sui territori. Siamo una generazione tenuta in silenzio: agire subito sul lavoro precario e sulla crisi climatica, prima che sia troppo tardi sono per noi priorità assolute in queste mobilitazioni. Ci vediamo in piazza il 19, in ogni città dove uno studente voglia portare la propria voce.”