(di Stefano Cucco) Due cooperative storiche, associate a Confcooperative Verona, e radicate nel territorio di Bovolone come la cooperativa sociale “Il Focolare” e la cooperativa sociale “Emmanuel” si sono fuse per fare “rete”. La prima gestisce una comunità alloggio che offre un servizio residenziale di tipo assistenziale e socio–educativo a persone adulte con disabilità prive di nucleo familiare o per le quali sia impossibilitata la permanenza nel nucleo familiare sia temporaneamente o permanentemente. La seconda, invece, gestisce diversi centri diurni e fornisce servizi domiciliari ad anziani e diversamente abili, oltre ad essere un punto di riferimento per i progetti sul “Dopo di Noi”.
“La cooperativa Emmanuel”, afferma Stefano Fiorini, presidente della cooperativa Emmanuel, ” acquistando la casa alloggio “Il Focolare”, “ha compiuto un passo estremamente necessario per entrambe, portandole verso un futuro tranquillo. Ora la cooperativa nata dalla fusione è simbolo di due realtà storiche per il comune di Bovolone, sia per tipologia di servizio che per gli ospiti. Dalla pandemia è venuta la necessità di unire le due realtà. Infatti, collaborare a più stretto contatto e creare sinergie è diventato fondamentale”.
Il ruolo del Terzo Settore ha rivestito e sta rivestendo tuttora un ruolo centrale per l’economia del nostro Paese, ma è stato anche uno dei più colpiti dalla pandemia. Basti pensare solo alla lunga chiusura di alcuni servizi, alle ingenti spese per l’acquisto di dispositivi di protezione, alla cassa integrazione di centinaia di operatori e alle relative ripercussioni in ambito finanziario e gestionale. Ma non necessariamente sono solo i piccoli ad avere difficoltà, anche aziende cooperative di grandi dimensioni hanno trovato diversi ostacoli data l’elevata dipendenza da pubblica amministrazione.
“Fare rete”, spiega Erica Dal Degan, presidente di Fedesolidarietà Verona, “è necessario, ed indispensabile, non solo su progetti di azioni specifiche ma anche attraverso processi di fusione tra realtà. In Confcooperative le fusioni per incorporazione negli ultimi anni sono state moltissime. Tanto che hanno permesso un risparmio importante e un efficientamento delle risorse a disposizione. Reti e organizzazioni di secondo livello”, prosegue Dal Degan, “giocano in questo scenario un ruolo molto importante, che può fare la differenza. E’ necessario fare co-progettazione per cambiare e non solo per gestire l’esistente, per sostenere il cambiamento organizzativo, la riorganizzazione, le prossime fusioni. E’ fondamentale creare maggior coesione e sinergie di rete: servono competenze e capacità, non solo risorse per un’azione di accompagnamento alla transizione e al cambiamento. Nessuna cooperativa”, conclude la presidente, “deve sentirsi isolata, bisogna comunicare, condividere idee e progettualità e pianificare insieme strategie per affrontare il prossimo futuro”.