(di Stefano Cucco) Graziano Lorenzetti, primo cittadino di Legnago, dopo l’approvazione del “Piano regionale di gestione dei rifiuti urbani e speciali”, ha deciso di indire un incontro allo scopo di fare il punto sulla situazione della discarica di Torretta, che si trova nel territorio legnaghese al confine con il rodigino. Il piano approvato, infatti, come era ovvio prevedere, avrà delle ricadute anche per quel che concerne questa discarica. Oltre all’Amministrazione comunale legnaghese, hanno partecipato Lese e Amia, ovvero le due società che, nel veronese, si occupano del trattamento e dello smaltimento dei rifiuti e gestiscono i due impianti di riferimento per il territorio, vale a dire la discarica di Torretta e il termovalorizzatore di Ca’ del Bue. Era, inoltre, presente Sergio Falzi consigliere provinciale, in rappresentanza della Provincia di Verona.

“L’aggiornamento del piano stilato dalla Regione del Veneto”, spiega Lorenzetti, “causerà delle difficoltà alla discarica di Torretta, per via di un’eccedenza di rifiuti sul quantitativo previsto. Ho voluto sin da subito confrontarmi e dialogare con la Regione che ci ha chiesto di presentare dei progetti. Durante l’incontro ho registrato un’apertura da parte dei soggetti presenti. Sicuramente a questo primo incontro ne seguiranno altri. Per non avere più problemi e criticità legate alla gestione dei rifiuti occorrono delle azioni comuni. Io penso che ce la faremo”.

La riunione tenutasi a Palazzo de’ Stefani ha inoltre offerte a Lese l’occasione per illustrare, con il geometra Manuel Marzari, un progetto preliminare di “Razionalizzazione morfologica a completamento e ampliamento della discarica” inerente all’impianto di Torretta. “Una delle principali motivazioni del presente progetto”, si legge nel documento, “risiede nella possibilità di procrastinare il completamento della coltivazione della discarica di un ulteriore decennio, a partire dal 1° gennaio 2026, che consentirà di “traghettare” in sicurezza la gestione degli RSU (rifiuti solidi urbani) della provincia verso lo scenario prospettato dal nuovo Piano regionale RSU. Tale previsione deriva dalla disponibilità di nuovo volume messo a disposizione dal presente Progetto, valutato in 1.200.000 metri cubi, a fronte dei flussi annui previsti di RSU dell’intera provincia di Verona”.

“In sostanza”, conclude Lorenzetti, “sarà possibile “allungare” la vita dell’impianto di dieci anni. E’ stato preso in considerazione anche il post mortem e verrà fatta un’importante opera di riqualificazione ambientale. Pensiamo ad un’area che include vegetazione, come alberi e fiori, e che sia fruibile da parte delle persone“. “La proposta di ricomposizione ambientale, fanno sapere da Lese, che costituisce una delle principali motivazioni del progetto è finalizzata a restituire al Territorio il sito ricomposto con criteri avveniristici e ambiziosi, tali da renderlo un elemento attrattivo dal punto di vista ambientale e turistico”.