Le Nazioni Unite hanno inserito tra i principali traguardi del prossimo futuro un incremento della presenza delle donne nel mondo dell’economia: “Garantire piena ed effettiva partecipazione femminile e pari opportunità di leadership a ogni livello decisionale in ambito politico, economico e della vita pubblica”. Sul fatto che sia destinata a restare una speranza o possa diventare realtà ne ha discusso il Comitato per l’imprenditorialità femminile della Camera di Commercio di Verona nel convegno “Agenda 2030: Obiettivo 5, missione possibile? I nuovi piani di azione e gli strumenti per imprese e professioni”.
Roberta Girelli, presidente del Comitato per l’imprenditorialità femminile dell’ente camerale scaligero, ha introdotto i lavori sottolineando che “ci interroghiamo su come le imprese possano contribuire a garantire parità di condizioni competitive tra generi. Riusciremo a raggiungere l’obiettivo di arrivare a una presenza femminile pari al 30% tra gli imprenditori italiani, come auspicato dal programma dell’Onu per i prossimi anni? Attualmente a Verona le quasi 20 mila imprese femminili rappresentano il 20% del totale delle aziende locali”. “Un’imprenditoria femminile forte porta maggiore occupazione”, dichiara Nicoletta Ferrari, referente veronese della Fondazione Marisa Bellisario. “Ricordiamoci che l’Italia è all’ultimo posto in Europa, ben lontana dagli obiettivi di Lisbona. Una crescita di questo fattore è un volano di sviluppo per tutto il Paese ma anche per l’ economia globale, portando con sé un potenziale di 13 trilioni di dollari sino al 2030, come riporta una ricerca di McKinsey del 2020”.
“Con la legge di Bilancio è stato istituito un fondo da 400 milioni per le imprese femminili, che sarà operativo al massimo entro fine anno”, spiega Giulia Zanotti di Invitalia, Agenzia Nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo delle imprese. “Il fondo prevede sostegni fino a 400 mila euro per progetti di investimento, con contributi che vanno a finanziare anche il capitale circolante. Si tratta di un mix di contributi a fondo perduto e finanziamenti a tasso zero, che si compone diversamente a seconda del progetto presentato. Non ci sono limiti all’anzianità d’impresa né alle forme: il fondo è rivolto sia alle imprese che alle professioniste. Ci sono strumenti che finanziano le imprese anche con vantaggi per la presenza femminile, ma su 54 mila progetti di startup presentati la presenza delle donne nella compagine societaria è di una su tre”.
Migliora invece la presenza nei consigli di amministrazione delle società di capitali, dopo l’introduzione delle quote rosa obbligatorie. “Nei CdA delle prime venti imprese veronesi per fatturato nel 2019, su 98 amministratori la presenza femminile è del 9,8%. Nel 2009 era del 3,2%”, rileva Riccardo Borghero, vicesegretario generale della Camera di Commercio. “Se poi analizziamo le prime venti imprese scaligere per volume di prodotti esportati, la presenza di donne sale all’11,7% e la metà queste società hanno almeno una donna nel consiglio”. Si riscontra inoltre un gap ancora ampio tra presenza maschile e femminile anche nel mondo delle professioni. Anna Fedrizzi, presidente della Commissione pari opportunità dell’Ordine dei Commercialisti di Verona, ha sottolineato che “in Italia su poco meno di 1,5 milioni di liberi professionisti solo il 36% sono donne, secondo l’Osservatorio di Confprofessioni, sia pure nel corso di dieci anni la percentuale sia aumentata di sei punti. La maggiore presenza femminile si registra nelle area della sanità, legale e poi amministrativa e contabile”.
“Il convegno è stato la terza tappa del Giro d’Italia delle donne che fanno impresa”, ha aggiunto Tiziana Pompei, vicesegretario generale di Unioncamere, che ne è l’ideatrice. “I comitati per l’imprenditorialità femminile delle Camera di Commercio nella legge di Bilancio hanno avuto per la prima volta un riconoscimento esplicito. Credo siano maturi i tempi per rivederne il ruolo, d’intesa con il Mise, per integrarlo con il ministero delle Pari opportunità”. Apprezzato l’intervento di Lella Golfo, presidente della fondazione Marisa Bellisario, che ha ricordato come “l’impreditoria femminile sia un settore importante per l’economia del nostro Paese. Malgrado la pandemia in questo momento c’é molta voglia di fare. C’è aria di rinascita e le imprese a guida femminile sono 1,340 milioni, ma dovrebbero essere più rappresentate. Questo dato mi preoccupa perché dovremmo avere delle corsie preferenziali senza blocchi per poter accelerare questo percorso”. Le ha fatto eco l’imprenditrice Mariacristina Gribaudi, amministratrice unica di Keyline e presidente della Fondazione Musei Civici di Venezia, facendo notare come sia “nella diversità che dobbiamo includere”.