(Stefano Tenedini) Dalla Bassa alla Valpolicella, le imprese del legno-mobile e del marmo si stanno preparando a partire in direzione dei mercati globali, mettendo insieme le forze per conquistare lo spazio che meritano. Hanno raccolto consenso e proposte gli incontri organizzati a Sant’Ambrogio e a Casaleone da Paolo Borchia, membro del Parlamento Europeo in quota Lega. Un’occasione resa ancor più vantaggiosa oggi, alla vigilia dell’auspicata ripartenza dopo l’epidemia e con gli aiuti europei che possono dare una mano all’economia.
Sul tappeto l’ipotesi di una sinergia basata su un profilo di sicuro richiamo come il Made in Verona, invidiato in tutto il mondo per le sue eccellenze imprenditoriali e la visibilità del suo brand. Ma anche, ha spiegato Borchia, “con la capacità di intercettare i nuovi bisogni e i desideri di clienti che hanno un’elevata capacità di spesa e non vogliono accontentarsi delle produzioni di serie: sono quei 3 centimetri su misura che possono fare la differenza. Puntare sulla fascia alta del mercato, inoltre”, prosegue l’europarlamentare, “ci permette anche di non dover combattere quella guerra dei prezzi che per la nostra impresa è persa in partenza”.
Agli incontri di Sant’Ambrogio di Valpolicella e di Casaleone hanno partecipato, accanto all’eurodeputato , il presidente di Verona Stone District Filiberto Semenzin, il direttore di Lignum – Distretto del Mobile di Verona, Padova e Rovigo Nicolò Fazioni, il segretario generale della ITKAM – Camera di Commercio Italiana per la Germania di Francoforte, Elio Maria Narducci, e il consulente di finanza agevolata Attilio Zorzi. E proprio una ricerca svolta in Germania ha dimostrato che lo spazio per la qualità veronese c’è e può essere occupato con soluzioni nuove, flessibilità e un intelligente ricorso al design e all’architettura.
“Come chilometri, ai veronesi questi due settori possono sembrare lontani. Ma dall’estero e agli occhi dei buyers il nostro territorio appare unito in un esempio unico di collaborazione e professionalità”, prosegue Borchia. “Con il marmo e il legno-mobile il Sistema Arredo non sarebbe solo un’etichetta, ma un forte elemento di richiamo: dobbiamo farne risaltare le migliori caratteristiche con le giuste strategie e una rete che concretizzi le opportunità che man mano si presenteranno. Questi due comparti hanno sostenuto nel passato il territori e tuttora danno forza all’economia: ci sono tutte le condizioni perché tornino a essere un volano per Verona”.
Dal dialogo che si è avviato emergono anche interessanti sviluppi potenziali. Ad esempio la necessità di rafforzare la formazione: già il marmo può contare su scuole professionali di alto livello, con studenti che imparano il mestiere e ancor prima di terminare i corsi hanno in tasca offerte per iniziare a lavorare. E il legno-arredo non vuole essere da meno, per una formazione che sia davvero un link tra le aule e le imprese, sulla strada tracciata dagli ITS. Dal punto di vista organizzativo il mobile sta seguendo l’esempio del marmo: conoscere bene il mercato, innovare e scegliere le strategie con la consapevolezza del proprio target.
L’ultimo passaggio, Borchia lo riserva infatti proprio al cliente-tipo in termini di Paesi obiettivo. I case study che ha portato dalla Germania, in partnership con l’ente camerale di Francoforte, hanno mostrato un mercato che cambia in fretta: un quarto dei mobili in Germania ormai viene acquistato online. “Questo comporta valutazioni su digitalizzazione, e-commerce, progettazione, logistica. E le risorse messe a disposizione dal Pnrr vanno in questo senso, con strumenti per l’internazionalizzazione, fiere all’estero e consulenze. Ritengo sia opportuno crederci, investire idee, diffondere le opportunità e anche collaborare con gli enti di promozione. Come politico”, conclude, “credo che oggi il mio ruolo sia mettere a frutto le sinergie e collegare chi sta in Europa con chi opera sul territorio. Tra un anno potremo vedere cosa ha portato a Verona questa scelta coraggiosa di fare squadra”.