In Austria da febbraio 2022 scatterà l’obbligo vaccinale. E’ stata la quarta ondata a determinare la decisione. Nelle ultime due settimane i contagi sono arrivati a 1.527 casi ogni 100mila abitanti. La media europa è di 473 su 100mila. Quella messa peggio è la Slovenia con 2000 casi ogni 100mila abitanti. In Italia siamo a 129 ogni 100mila.
Quindi dopo la decisone di estendere il lockdown, in un primo tempo decretato per i no-vax, a tutti, ecco la decisone che rompe un tabù dei paesi democratici: da febbraio gli austriaci si dovranno vaccinare per legge.
Nei paesi europei si era preferito convincere che obbligare. Una strategia ritenuta più “democratica”. Addirittura s’era tirata in ballo la compatibilità con le Costituzioni dei vari stati. Ma ci si chiede che cosa c’entri la democrazia e la volontà popolare di fronte ad una minaccia, il Covid, che non solo mette in pericolo la salute e la vita, ma anche l’economia e i posti di lavoro. Certo sarebbe meglio che tutti si facessero convinti. Ma non è pensabile che una minoranza di cittadini metta in pericolo la grande maggioranza. Quindi anche a voler tirare in ballo la libertà e la democrazia l’obbligo ci sta. Senza considerare che in Italia abbiamo già 10 vaccinazioni obbligatorie ritenute assolutamente costituzionali da diverse sentenze.
E non reggono più neanche le giustificazioni no-vax circa la presunta non affidabilità del vaccino che secondo questi signori sarebbe sperimentale. Come si fa a considerare sperimentale un vaccino che ormai è stato somministrato in 7 miliardi di dosi?
In Austria non c’è una dittatura. E’ una repubblica democratica come la nostra e quelle degli altri paesi europei. Ora che ha rotto il ghiaccio sarebbe il caso che anche altri paesi, compresa l’Italia, anche se al momento possiamo vantare una situazione meno grave dei nostri vicini austriaci, valutassero seriamente la possibilità di rendere il vaccino obbligatorio per legge. Ed è molto probabile che altri paesi seguiranno l’esempio di Vienna.