Debutta domattina a Veronafiere un nuovo canale espositivo dedicato alla filiera stradale: dalle infrastrutture alla distribuzione dei carburanti fino ai servizi per la mobilità. Fino a venerdì 26 Verona ospita in contemporanea Asphaltica e Oil&nonOil, due manifestazioni di riferimento per i rispettivi settori, per la prima volta insieme per allargare e completare in sinergia l’offerta merceologica. “Le due rassegne rappresentano settori complementari, e riunirle nelle stesse date è un valore aggiunto per imprese e operatori”, spiega Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere. “Si tratta di una nuova offerta che puntiamo a sviluppare sempre più, con la creazione di un vero e proprio polo nazionale di riferimento per il futuro delle smart road”.

Asphaltica rappresenta oggi il principale salone nazionale per tecnologie e soluzioni per pavimentazioni stradali, sicurezza e infrastrutture. Con Veronafiere lo organizza SITEB, associazione che riunisce le imprese del comparto. Al fianco di Asphaltica c’è Oil&nonOil, rassegna che dal 2012 porta a Veronafiere il mondo della rete distributiva e di stoccaggio dei carburanti e delle stazioni di servizio, con uno sguardo al futuro delle nuove energie e della mobilità alternativa. I due eventi si tengono in presenza con i protocolli di safety business attivati in Fiera e già collaudati l’anno scorso proprio in occasione di Oil&nonOil. Stand espostivi, macchine e attrezzature trovano posto nei padiglioni 11 e 12 di Veronafiere entrando dalla porta Re Teodorico, di recente riqualificazione con nuove strutture.

Le opportunità rappresentate dal PNRR, la sfida dell’idrogeno, il ruolo della tecnologia per salvaguardare i carburanti e adattarli alle esigenze della transizione energetica, il futuro della logistica e la nuova realtà dei mercati europei dell’energia, sempre più orientati in ottica green. Sono i temi al centro di Oil&nonOil, che cade nel contesto della ripresa post-pandemia in cui energia, mobilità e innovazione sono gli elementi chiave per la transizione verde. Occorre una visione politica complessiva, basata su tecnologie e integrazione tra le filiere, con la definizione di una road map credibile per trasformare un mercato energetico che oggi fa riferimento ancora ai combustibili fossili.

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Si affronteranno anche i passaggi per le riforme climatiche adottate dalla Commissione UE: la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra del 55% rispetto ai livelli 1990, per poi arrivare alla “carbon neutrality” nel 2050, con grandi aspettative ma anche diversi punti critici. Si parlerà poi di idrogeno, il cui sviluppo globale è sostenuto con investimenti pubblici e privati da centinaia di miliardi di dollari ed è tra le priorità della UE. L’obiettivo è arrivare a dieci milioni di tonnellate entro il 2030 e a una quota del 13% nel mix energetico europeo entro il 2050. Da non trascurare poi la transizione digitale che sta accompagnando il comparto verso un futuro che richiede nuovi approcci e strumenti, a partire dalla diffusione della rete 5G.

Infine il ruolo delle infrastrutture per lo sviluppo: l’auspicio è che un approccio pubblico-privato possa sostenere il rilancio dell’economia, abbattendo le barriere che bloccano lo sviluppo, in particolare la burocrazia. Molti i settori coinvolti per rendere competitiva l’Italia sul versante della logistica e dell’attrazione di nuovi capitali: dalla meccanica all’energia, dai carburanti all’efficientamento energetico dei porti e alle vie di comunicazione proiettate verso Germania, Polonia, Balcani, Ungheria, Turchia ed Estremo Oriente.

Anche Asphaltica ha un calendario fitto di temi chiave, dal rilancio degli investimenti per la messa in sicurezza del patrimonio stradale italiano alle occasioni aperte dalle risorse del PNRR per progettare strade durevoli e sostenibili sul piano ambientale ed economico, fino al concetto di “smart roads” per la mobilità di domani con l’impiego di materiali riciclati. Ci saranno gestori e responsabili delle amministrazioni pubbliche e dei principali operatori del settore (costruttori di macchine e impianti, compagnie petrolifere, laboratori di ricerca, industria chimica per gomme e additivi, materiali inerti alternativi, membrane di rinforzo e impermeabilizzanti per fondi stradali), oltre a istituzioni ed esperti che si confronteranno su best practice e nuove tecnologie green.

La filiera del bitume e delle costruzioni stradali in Italia vale 5-6 miliardi, con 38 mila addetti diretti (500 mila con l’indotto) occupati in 400 impianti: un settore che da due anni, anche durante la pandemia, vede aumentare produzione e fatturato. inaugurato solo da qualche settimana. Tema centrale la transizione ecologica e le opportunità di rilancio per la manutenzione e progettazione di strade e infrastrutture più sicure, durevoli e sostenibili. In Fiera in mostra anche i prodotti e le tecnologie per la sicurezza della rete e per ridurre le emissioni inquinanti. Agli appuntamenti parteciperanno tecnici delle imprese e degli enti pubblici, cui saranno fornite indicazioni e aggiornamenti su come tenere “in salute” le pavimentazioni stradali e come pianificare, effettuare e controllare efficacemente i lavori di costruzione e manutenzione.