Dopo la vittoria con l’Empoli di ieri sera il Verona è al nono posto in classifica, con un ruolino di marcia da grande del calcio, se si escludono le prime tre partite sventurate della gestione Di Francesco. Si temeva che dopo Juric sarebbe stato difficile se non impossibile ottenere gli stessi brillanti risultati della scorsa stagione. E l’inizio campionato pareva confermare questi timori. Invece Tudor ha impresso alla squadra quella svolta che ci sta regalando grandi soddisfazioni.
E dopo la raffica di risultati positivi ottenuti anche con le grandi del campionato, diventa difficile credere alla solita litania intonata da ogni allenatore quando si ritrova in situazioni analoghe: il nostro obiettivo è la salvezza. Balle. Tudor non è un ipocrita e ammette che giocando bene e vincendo diventa difficile non sognare. Purché si tengano i piedi ben appoggiati per terra. Senza darsi obiettivi, ma lavorando giorno per giorno, preparando prestazione su prestazione. Per vincere sempre. Se poi ci si riesce, meglio. Vuol dire che i risultati saranno la conseguenza della preparazione.
L’aveva detto Tudor alla vigilia dell’incontro con l’Empoli. E’ la partita più importante del campionato. Perché è da qui, confrontandoci con una squadra di pari forza, che possiamo capire dove possiamo arrivare. E anche qui aveva ragione. Non è stato facile battere i toscani. Ma adesso, a vittoria ottenuta, la consapevolezza della forza della squadra comincia a diventare un fattore fondamentale per come affrontare il resto del campionato. Con una postilla. Che strada facendo qualche pezzo da 90 non venga ceduto al mercato di gennaio.