Presentato questa mattina nella sede dell’Ordine degli Ingegneri di Verona, alla presenza dell’assessore all’Ambiente della Regione Veneto Gianpaolo Bottacin, il progetto per la messa in sicurezza idraulica di Porta Borsari (nella foto VeronaSera uno dei recenti allagamenti), sostenuto economicamente dalla Regione con 2,1 milioni di euro di fondi VAIA e realizzato da Acque Veronesi.

“Il lavoro incessante che la Regione Veneto ha messo in atto con l’amministrazione Zaia in questi anni si è rivolto innanzitutto all’aumento della sicurezza idraulica e geologica del territorio attraverso importanti investimenti in termini di previsione e prevenzione”, ha dichiarato l’assessore. “Questo è avvenuto grazie al rafforzamento di tutti quegli strumenti atti a far conoscere in anticipo l’arrivo e la portata dei diversi eventi atmosferici, ma anche tramite l’avvio di numerosi cantieri collegati alla difesa del suolo con opere già realizzate o in fase di realizzazione per oltre un miliardo e mezzo di euro. Un lavoro costante che la Regione sta facendo direttamente o, come nel caso della messa in sicurezza idraulica di Porta Borsari, con la preziosa collaborazione di altri enti”.

I fondi ministeriali che, attraverso la Regione Veneto, sono erogati a supporto dei territori colpiti dalla tempesta VAIA (l’eccezionale ondata di maltempo che nel 2018 colpì diverse aree del Veneto) hanno reso possibile stilare il progetto definitivo per la posa del nuovo collettore, il tassello più importante di un insieme di opere. Ultime in ordine di tempo la realizzazione di un nuovo sfioratore in Riva S. Lorenzo e la risagomatura del nodo idraulico tra Corso Cavour e Vicolo Riva S. Lorenzo, grazie a un precedente finanziamento di 500.000 euro sempre dai fondi VAIA.

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Roberto Mantovanelli, a sinistra; Gianpaolo Botacin e Andrea Falsirollo

“Soluzione a costo zero per i veronesi. Anche a Porta Borsari abbiamo ereditato una situazione particolarmente sfidante, zona simbolo dei sempre più frequenti allagamenti. Grazie al grande lavoro fatto da Acque Veronesi e all’attenzione della Regione abbiamo intercettato le risorse economiche per un’opera molto sentita e attesa da anni e che, non rientrando nel perimetro del ciclo idrico integrato, non avremmo potuto finanziare con i nostri fondi che derivano dalla bolletta dell’acqua e sono quindi destinati ad altre opere”, evidenzia il presidente di Acque Veronesi, Roberto Mantovanelli. “Di fronte ai fenomeni più estremi non si può parlare di interventi risolutivi in senso assoluto, ma il progetto cambierà radicalmente l’assetto idraulico di Porta Borsari. La sinergia tra enti ha portato a un risultato concreto di alto valore, a tutela della sicurezza dei nostri concittadini e dei luoghi che tutti amiamo”.

“Abbiamo sempre fatto presente che l’allagamento di Porta Borsari non è legato alle caditoie bensì a un problema strutturale”, dichiara il presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Verona, Andrea Falsirollo. “Questo lavoro sinergico tra istituzioni è la migliore risposta per risolvere le criticità in maniera concreta. Siamo orgogliosi di poter favorire un simile progetto, realizzato da un nostro iscritto su mandato di Acque Veronesi, e discusso nella versione preliminare con la nostra commissione idraulica. “L’impegno che portiamo avanti con convinzione è di essere concretamente vicini al territorio, favorendo un dialogo e una collaborazione proficua su tematiche di nostra competenza”.

Il progetto, che prevede la posa di una condotta del diametro di 1,2 metri, grazie a cui le acque meteoriche provenienti da corso Cavour, via Diaz, via Cantore, via Oberdan e corso Portoni Borsari verranno intercettate e collettate in Adige, è stato affidato all’ingegnere Massimo Merzari dello studio Intech.

Dichiara quest’ultimo: “Le principali difficoltà sono dettate dall’impatto archeologico della zona. Per questo sono state necessarie specifiche indagini e una linea progettuale condivisa con la Soprintendenza che prevede la stesura di una condotta a sifone per sottopassare il livello archeologico e giungere direttamente all’Adige”.

Conclude Bruno Fanton, presidente della Consiglio di Bacino dell’ATO Veronese: “Quello di Porta Borsari rappresenta l’inizio di una strategia ad ampio raggio, concepita per rispondere ai cambiamenti climatici in atto. Come Ato Veronese abbiamo stanziato 1 milione di euro, a disposizione dei Comuni per aiutarli a trovare soluzioni tecniche adeguate alla propria situazione, in modo da rispondere a fenomeni di precipitazioni meno frequenti ma più abbondanti e talvolta fuori controllo”.