Quando la pressione immigratoria era solo sulle coste italiane i partner europei se ne fregavano. L’immigrazione non era affar loro. Però adesso che comincia a toccarli direttamente hanno cambiato atteggiamento. Ieri il presidente francese, Emmanuel Macron, dopo la morte di 31 migranti nella Manica ha sentenziato: ”la Francia non lascerà che la Manica diventi un cimitero”.
Finché accadeva nel Canale di Sicilia non c’era problema. Ma adesso che accade sulle coste francesi. E così chiede che venga convocata una “riunione d’urgenza dei ministri europei implicati nella sfida migratoria”. E avvalorando la tesi sostenuta dai “sovranisti” che da sempre sostengono che dietro gli sbarchi c’è la speculazione dei mercanti di carne umana e degli scafisti ha aggiunto che “farà tutto il necessario per ritrovare e condannare i responsabili”.
Sempre in seguito alla strage di migranti avvenuta ieri nella Manica il premier britannico Boris Johnson ha convocato d’urgenza il comitato per la gestione delle emergenze. Gli inglesi criticano i francesi per non aver saputo frenare il flusso di clandestini verso le coste del Regno Unito dove ne sbarcano mille al giorno.
Sui confini orientali permane la pressione dei migranti dall’Asia che sta provocando una crisi fra Polonia e Bielorussia. Il fatto che il problema dell’immigrazione non sia più solo italiano e che alla guida del governo italiano ci sia Draghi, che gode di grande stima in Europa, fa sperare che si apra una fase nuova in cui Bruxelles inauguri una politica omogenea di difesa dei confini dell’Unione.