Quante volte ci ripetiamo che Verona è un territorio magico, unico, uno scrigno di bellezze? Molte, forse troppe: perché questa convinzione ci ha cullato nell’illusione che non dovessimo fare nulla per migliorare la sua situazione fortunata, valorizzare i punti di forza e dare una registrata alle debolezze. Ci ha pensato la pandemia, che ci ha obbligati a riprendere in mano il presente per crescere nel futuro. E cogliendo l’occasione questa primavera Confindustria Verona e Ance hanno lanciato Verona2040, con l’idea di guardarci dentro e intorno, stimolare un cambiamento di rotta e coinvolgere tutti per dare a Verona una nuova identità.
In Piazza Cittadella Michele Bauli ha passato il testimone a Raffaele Boscaini, ma la forza del progetto resta inalterata e parla di corresponsabilità, concretezza, di andare oltre il “fare squadra” per dare vita ad azioni di sistema e risponderne in maniera corale. Prima di tutto tracciare le linee guida, fare ordine nelle priorità e poi mettersi a lavorare. Ci sono ipotesi di intervento già sul tavolo, alcuni progetti che sono stati abbandonati in passato potranno essere riconsiderati, altri andranno riletti con realismo. Ma su tutto c’è anche l’ambizione di costruire una visione unica e scegliere la direzione da seguire, che diventi il riferimento prima delle strategie e poi della realtà della nuova Verona.
Il primo passo di un percorso che si annuncia lungo e impegnativo, ma forse non impossibile, è stato compiuto questo pomeriggio non in un convegno all’antica, ma in un’agorà digitale che si addice a tempi di cambiamento. “Verona2040, Live&Grow” è l’occasione per riflettere sulle trasformazioni che il territorio sta vivendo e affronterà andando verso il 2040. Con Raffaele Boscaini, presidente di Confindustria Verona, e Carlo Trestini, presidente di Ance Verona, si sono alternati il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti e il collega delle Infrastrutture e Mobilità sostenibili Enrico Giovannini, il presidente di Confindustria Carlo Bonomi, il direttore del Cresme Lorenzo Bellicini, il presidente di Ipsos Nando Pagnoncelli e Alessandro Rosina, docente di Demografia all’Università Cattolica.
Sul tappeto i temi chiave dello sviluppo di Verona, divisi in capitoli che andranno esaminati in dettaglio nei prossimi mesi: crescita demografica, benessere e sostenibilità, lo sviluppo economico e le infrastrutture, la reputazione e l’attrattività del territorio. “L’Italia sta uscendo dalla crisi economica seguita alla pandemia con grande slancio, le imprese crescono e investono”, ha esordito Boscaini inquadrando il contesto generale. “L’Europa è cambiata e sta dando risposte oltre la contabilità dei decimali, e l’Italia stessa sembra finalmente intenzionata a fare le riforme. Verona in questo quadro può e vuole ripartire, con le sue imprese che non temono la competitività. Vogliamo veder crescere il benessere per i singoli e per la collettività, Ma per allargare le nostre prospettive dobbiamo offrire più opportunità e diventare interessanti come luogo in cui vivere, lavorare, investire, innovare. Dobbiamo anche smettere di accontentarci e diventare protagonisti del cambiamento, invece di subirlo”.