(di Bulldog) Uno spettro si aggira per Verona; è lo spettro di Damiano Tommasi, candidato del centrosinistra unificato alle prossime amministrative. L’okay dell’ex calciatore – di Verona, Roma, della Nazionale e oggi capace imprenditore – a rappresentare un’idea di Verona alternativa al centrodestra scaligero, al governo ininterrottamente da ben quindici anni, è arrivato nella serata del 27 ottobre scorso. Da quel giorno sappiamo tutto dei tormenti del centrodestra che oggi ha ben più di un candidato in pectore: il sindaco uscente Federico Sboarina; l’ex sindaco Flavio Tosi; l’ex presidente di Agsm Michele Croce; Stefano Valdegamberi per il Popolo della Famiglia; il candidato di Forza Italia e Lega per Salvini. Se ne aggiungeranno senz’altro uno o due per alimentare ancora di più il “dibattito”…Di questi candidati conosciamo il quotidiano confronto, le storie e gli odi personali, le posizioni sui temi etici e sociali. I giornali ricevono oramai un comunicato stampa al giorno da ciascuno di questi candidati. Nei giorni fortunati, anche due.
Da Tommasi zero. Dal candidato del centrosinistra non arriva nulla. Non sappiamo come la pensa sul filobus (o la tramvia? a che punto siamo? boh); come valuta la situazione dell’aeroporto Catullo, dei Magazzini Generali, della Fiera: gli va bene l’attuale DG? vuole un nuovo vertice?; non sappiamo come intende affrontare il tema dei rifiuti (Cà del Bue, revamping sì o no? l’Amia in house o fuori dalle palle? Serit chiusa o prorogata?); non sappiamo se apprezza il Central park o lo vorrebbe diverso? cambierebbe la variante 29 o la terrebbe così com’è?; vuole una Fondazione unica per i Musei oppure no? vuole il museo al circolo ufficiali oppure no?
Per non parlare dei temi etici: è favorevole all’utero in affitto? al decreto Zan? all’eutanasia? Non lo sappiamo. Magari lo possiamo immaginare. Ma su cosa pensa e vuole Damiano Tommasi è mistero fitto.
E sì che avrebbe avuto un mese buono per macellare il centrodestra, per evidenziarne le difficoltà a campagna elettorale ancora da avviare, per renderne plastiche le contraddizioni e le divisioni. Ma Tommasi questa opportunità non l’ha colta o non la saputa cogliere. Non sappiamo neppure questo.
Ora nessuno vuole infilarsi nelle brache di Tommasi o del suo spin doctor, ma buttare via cinque settimane di tempo prezioso, utile a farsi conoscere, non sembra una genialata. Ma, soprattutto, ci piacerebbe iniziare a parlare di contenuti. A mettere a confronto i diversi programmi, le idee sul futuro di Verona. Argomento che a quanto pare interessa poco. Al centrodestra che deve sistemare le poltrone; al centrosinistra che quelle poltrone dovrebbe almeno provare a prenderle…