Il prossimo 3 gennaio è ormai alle porte e il Presidente della Camera dovrà fare la convocazione del Parlamento in seduta comune. E’ prevedibile che fra una storia e l’altra la prima seduta per l’elezione del Capo dello Stato non sarà prima della metà di gennaio. Anche perché, come recita il secondo comma dell’articolo 83 della Costituzione “All’elezione partecipano tre delegati per ogni Regione eletti dal Consiglio regionale in modo che sia assicurata la rappresentanza delle minoranze. La Valle d’Aosta ha un solo delegato”.
Quindi, anche considerato il periodo post-natalizio, ora che le Regioni convochino a loro volta i Consigli e procedano alla scelta dei Grandi Elettori passano dei giorni.
C’è subito una considerazione da fare. Probabilmente, al momento della stesura della Costituzione le Regioni non erano ancora state istituite. Sarebbero dovuti passare più di vent’anni perché venisse attuato il decentramento regionale. E ancora di più per afferrarne l’importanza. Quindi i padri costituenti non fecero attenzione più di tanto al numero dei loro rappresentanti all’elezione del capo dello Stato. Fecero, come si suol dire, un su e su: 3 Grandi Elettori per regione, a parte la Val d’Aosta che è piccolissima e ne ha uno solo. Ma è giusto? No. Non ha senso che la Lombardia che ha 10 milioni di abitanti o il Veneto che ne ha 5 milioni ne abbiano 3 come la Basilicata che ha poco più di 500 mila abitanti o il Molise che ne ha ancora di meno. Questo è un aspetto dell’elezione che non è mai stato considerato.
Ad ogni modo una domanda sorge spontanea: chi saranno, oltre ai deputati e senatori, i 3 delegati dal Consiglio regionale a rappresentarci per l’elezione del Presidente della Repubblica?
Due saranno del centrodestra ed uno del centrosinistra. I partiti dei rispettivi schieramenti hanno già deciso? Che criteri useranno nella scelta? Verrà tenuto conto delle aree geografiche della regione o saranno tutti padovani e trevigiani? Sarebbe interessante saperlo.