Il cantiere delle opere per i Mondiali del 1990 portarono alla luce reperti archeologi straordinari. Fu una delle campagne di scavo e recupero di materiali più importanti di Verona, ed oggi si mette in mostra. Verrà infatti inaugurata domani alle 16.30 a Porta Palio la mostra “I mondiali di Italia ‘90 e la scoperta della necropoli romana”, promossa dall’Assessorato al Turismo e ai Rapporti Unesco e dalla Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza, in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria e Architettura dell’Università di Pavia e con la Società di Mutuo Soccorso Porta Palio.
La mostra vuole celebrare il trentennale della scoperta della necropoli romana avvenuta in occasione della realizzazione del sottopasso di Porta Palio, delle opere in via Albere e della circonvallazione dello stadio Marcantonio Bentegodi per i campionati mondiali di calcio del 1990. In vista dei Mondiali, che si sarebbero disputati anche a Verona, il sindaco Gabriele Sboarina aveva colto l’occasione per modernizzare la viabilità di accesso allo stadio.
Il lavoro di adeguamento urbanistico e infrastrutturale portò alla scoperta di un lungo tratto della via Postumia antica, proveniente dall´arco dei Gavi (gli odierni corso Cavour, Castelvecchio e stradone Porta Palio). Venne inoltre scoperta una grande necropoli databile tra il I e il IV secolo d.C.
Gli scavi, condotti dal direttore del Nucleo Operativo di Verona della Soprintendenza archeologica del Veneto, Giuliana Cavalieri Manasse e dall’archeologo inglese Peter J. Hudson, che operava per la cooperativa Multiart, portarono alla luce oltre 1000 sepolture, tra incinerazioni e inumazioni, rinvenute tra Porta Palio e prima traversa Spianà.
E la mostra vuole dunque essere un momento divulgativo ma anche giocoso, per ricordare l’atmosfera di quegli anni caratterizzati dalla fibrillazione per l’imminente inizio dei Mondiali ma anche per una grande scoperta avvenuta quando ancora, prima di iniziare dei lavori, non veniva eseguita archeologia preventiva. L’esposizione a Porta Palio è stata allestita grazie ad una vera e propria squadra di lavoro, che ha coinvolto l’Ufficio Unesco del Comune, la Soprintendenza e l’Università di Pavia, ripercorrendo le tappe principali di queste scoperte archeologiche, ricordando i protagonisti, raccontando la storia degli scavi attraverso un percorso sulla genesi di quel periodo, vissuto poco dopo i fasti della vittoria dello scudetto dell’Hellas Verona. Tutto dunque sarà visto con gli occhi di adesso, con anche tante curiosità legate ai tanti oggetti recuperati durante gli scavi, che rappresentano le varie fasi del rituale funerario romano. A supportare l’iniziativa ci sarà anche l’Associazione Santa Lucia, che ha organizzato due visite guidate alle evidenze archeologiche della necropoli di via Albere domenica 19 e domenica 9 gennaio, alle ore 14, con appuntamento al Parco Postumia in via Albere 112 a.
Per partecipare bisogna scrivere a info@associazionesantalucia.it, comunicando nome, cognome, numero dei partecipanti e numero di cellulare. La mostra resterà aperta con ingresso libero dal 18 dicembre al 9 gennaio, tutti i giorni dalle 10 alle 18, con queste eccezioni: 24 dicembre, aperto dalle 10 alle 13; 25 dicembre, dalle 15 alle 18; 31 dicembre, dalle 10 alle 13; 1 gennaio chiuso; 6 gennaio dalle 15 alle 18.
A presentare la mostra questa mattina in sala Arazzi sono intervenuti l’assessore ai Rapporti Unesco Francesca Toffali, il Soprintendente Vincenzo Tiné con il funzionario Brunella Bruno, per l´Ufficio Unesco del Comune Ettore Napione e il presidente dell’Associazione Santa Lucia Igino Mengalli. “La mostra ripercorre i momenti della più grande campagna archeologica avvenuta a Verona, proprio in occasione dei Mondiali di calcio – ha detto l’assessore Toffali -. Si potrà ripercorrere le tappe per migliorare la vivibilità e la mobilità nei nostri quartieri. Ringrazio l’Università di Pavia e la Soprintendenza per il grande lavoro di ricerca e allestimento che hanno portato a questo risultato. “L’iniziativa porta l’attenzione su una scoperta fondamentale dei primissimi anni ’90 – ha affermato Tiné -. Stiamo infatti parlando di uno degli scavi più importanti dell’archeologia delle pratiche funeraria nell’Italia Settentrionale. Questo grazie ad importanti scavi legati a grandi opere pubbliche”.