(di Bulldog) “Una gru di un cantiere è crollata questa mattina in strada, in via Genova, a Torino, travolgendo gli operai che erano al lavoro sulla piattaforma della stessa macchina. Due dei lavoratori sono rimasti uccisi sul colpo, un terzo è stato portato all’ospedale in codice rosso ed è morto poco dopo: aveva 20 anni. Trasferiti in ospedale anche un altro operaio e due passanti, che sono stati colpiti nel crollo. Stando alle prime informazioni raccolte dai vigili del fuoco, a causare l’incidente sarebbe stato un cedimento strutturale alla base della gru“. Questa è la cronaca – come riporta Repubblica – dell’ennesima, vergognosa, strage sul lavoro. E’ noto che le costruzioni sono per la loro stessa natura uno dei settori pericolosi, ma ci sono tecnologie, strategie di formazione e prevenzione dei rischi, che dovrebbero ridurre questo fattore a numeri non accettabili (nessuna morte lo è), ma almeno affrontabili.
Ora ci saranno le “ennesime” proteste, le accuse reciproche, le polemiche sui controlli e tutto quanto accompagna questi tragici eventi. Ma c’è un punto ulteriore che va evidenziato e sottolineato: il comparto dell’edilizia sta guidando la ripresa economica e l’uscita dell’Italia dalla crisi. Il mattone anticipa sia le crisi che i boom economici, ne è il motore. I vari bonus legati alla riconversione energetica delle abitazioni, il grande piano infrastrutturale legato al PNRR, stanno mettendo alla corda il settore e i suoi addetti. Banalmente, ci sono adesso troppi lavori cui far fronte, troppe scadenze ravvicinate dato che il legislatore sta facendo follie con la durata del superbonus.
Non passa giorno che, come una drammatica tela di Penelope, Roma non riduca o allarghi i tempi utili di lavorazione; apra o chiuda il rubinetto delle licenze; faccia o disfi norme e regolamenti. La confusione che sta creando il governo sull’edilizia sta facendo impazzire costruttori e muratori. Già manca il cemento, già manca l’acciaio, i pannelli fotovoltaici, già è triplicato il costo del gas e del carburante e in più il Governo gioca all’apprendista stregone.
Il caos normativo, l’assurda proliferazione di voci e contro-voci, di decreti e dpcm sta costringendo il mondo delle costruzioni a lavorare con una fretta mai vista mettendo ancora di più a rischio i propri addetti nei cantieri. Sulle impalcature ci vuole tranquillità; la tranquillità e i tempi non strozzati, generano sicurezza; la sicurezza non esclude l’imprevisto ma aiuta ad azzerare gli errori. Chi lavora ha il diritto di operare nelle migliori condizioni possibili. E’ un imperativo per tutti: per i costruttori, per gli stessi muratori, ma lo è anche per il Governo. E’ grave che si mandino allo sbaraglio dei lavoratori quando ci sarebbe modo di dare tranquillità al settore: basterebbe allungare i tempi del superbonus consentendo alle imprese di pianificare meglio i lavori, di non correre per concludere i lavori. Farebbe bene anche ai conti dello Stato visto che tempi più lunghi significherebbero anche tagliare le mani alla speculazione ed all’inflazione…Queste nuove morti gridano davvero vendetta.