Più piccoli sono e più fanno casino. Si dice così di quei cagnolini che davanti a un cane più grosso si mettono ad abbaiare e non smettono più. Con il suo 2% Renzi gli assomiglia molto. Oppure, prendendo quello che ha dichiarato oggi al quotidiano toscano “La Nazione”, fa pensare ad un calciatore che fa un’entrata a gamba tesa. Trasponendo l’immagine dal campo di calcio a quello della politica.  Renzi ha detto che le carte per l’elezione del Quirinale “le dà il Parlamento, quindi tutti, la destra ma anche la sinistra. Ma serve un regista: l’altra volta il mio Pd aveva meno grandi elettori di quanti ne ha oggi il centrodestra. Ma noi avevamo una strategia, andare alla quarta votazione, e un candidato poco conosciuto ma molto forte, Sergio Mattarella. Oggi la destra ha i numeri. Non mi pare che abbia però né una strategia né il candidato. A gennaio spero che arrivino tutti con le idee più chiare”.

Non ci vogliono le scale per arrivare a capire che, dopo i rumors che lo davano in rotta d’avvicinamento al centrodestra, Renzi marca subito un distinguo. Da un lato fa un apprezzamento alla coalizione di FdI, Lega e Forza Italia riconoscendole la potenzialità di essere il “King maker”, ma dall’altra, affermando che la destra non ha un candidato lancia un messaggio molto chiaro: se volete possiamo metterci d’accordo, ma di Berlusconi Presidente della Repubblica non se ne parla. Il Cavaliere sarà molto contento. Se non fosse perché non ha l’età, si potrebbe ipotizzare che, dato il suo ego smisurato, Renzi pensi a sé stesso. Ma non ha l’età. Per fortuna.