Un auditorium da 12mila posti ed un parco della lirica, la riunificazione degli uffici comunali ed un polo scolastico: tutto utilizzando i fondi del PNRR. Questa mattina Flavio Tosi ha presentato la proposta alternativa per la riqualificazione dell’ex scalo merci, un’area di 500 mila metri quadri. Con Tosi, in rappresentanza del gruppo di lavoro di tecnici che ha elaborato il progetto, l’architetto Gian Arnaldo Caleffi, già Assessore nella seconda Giunta Tosi, l’architetto Filippo Bonini e l’ingegnere Luciano Ortolani, a lungo dirigente del Comune.

  “Il Comune – ha detto Tosi – dovrà fungere da regista della trasformazione dell’area in parco: la nostra proposta è dettagliata, bancabile, sostenibile e realizzabile in tempi ragionevoli, cioè entro il 2026, l’anno delle Olimpiadi invernali e il termine a cui il PNRR lega i finanziamenti a molti progetti. L’area ora è di un privato, pertanto la strada percorribile è quella di crearvi contenuti che uniscano l’interesse pubblico – che deve essere il focus delle attività del futuro parco dei veronesi – al necessario equilibrio di redditività che intende legittimamente perseguire chi ha investito ingenti risorse per comprare l’area da Ferrovie dello Stato. Su 500 mila metri quadrati, 250 mila possono essere destinati a parco vero e proprio e 100 mila saranno ancora di verde a corredo degli edifici che saranno costruiti. Quali? Non saranno attività commerciali o ricettive-turistiche, ci sarà un polo scolastico, un auditorium polifunzionale da 12 mila posti, una sede unica degli uffici comunali e un parco tematico della lirica. Quell’enorme spazio va riempito di contenuti e attività di interesse pubblico, unendo cultura, ambiente, arte, musica, sport e istruzione. E il privato proprietario dell’area può vedere  solamente positivamente un confronto su questi indirizzi. Con la cabina di regia il Comune dovrà far dialogare privato, Ferrovie dello Stato (gli accordi prevedono la stazione dell’alta velocità da realizzare nello stesso periodo) e la Provincia che ha in uso gratuito dal Comune gli edifici scolastici. Verona ha una grande opportunità realizzabile grazie ai fondi europei: consegnare ai cittadini un’area verde di complessivi 350 mila mq, grande cioè più di quattro volte del Parco San Giacomo. Si libererà il centro storico da moltissimi autobus e gli studenti potranno raggiungere agevolmente gli istituti, grazie alla vicina stazione di treni e bus“.

Spiega Gian Arnaldo Caleffi: “Questa – ha detto –  è la via maestra per destinare l’area ad attività di interesse pubblico e sociale, che però siano anche remunerative per il privato. Noi non azzereremo le gare fatte: proporremo al privato di destinare a parco 250mila mq, a cui aggiungere altri 100mila mq per il verde di corredo agli edifici. Utilizzeremo quattro canali di finanziamento del PNRR a disposizione: ‘Innovazione, competitività e cultura’, ‘Rivoluzione verde e transizione ecologica’, ‘Istruzione e ricerca’; ‘Coesione, inclusione, infrastrutture sociali, famiglie e terzo settore'”. Caleffi poi ha spiegato come nascerà il futuro campus scolastico: “Il Comune e il privato dialogheranno con la Provincia per consentire il trasferimento nell’area del Central Park di una buona parte della dozzina di scuole superiori pubbliche che sono all’interno del centro storico, in modo che i ragazzi possano usufruire di edifici moderni più adeguati alla didattica, con aule, impianti sportivi e palestre nuove. La valorizzazione degli immobili dismessi, tutti in posizione di pregio, contribuirà a rendere sostenibile l’operazione”. 

Di Luciano Ortolani l’idea di riunire in un’unica sede gli uffici comunali del centro storico: “Questo può efficientare maggiormente la macchina comunale, svilupperebbe un dialogo più fitto e veloce tra i vari uffici e razionalizzerebbe pure i costi, dato che oggi il Comune utilizza un sovrannumero di edifici rispetto alla pianta organica del personale. Anche quegli edifici, che hanno grande valore commerciale, possono essere riutilizzati in modo più remunerativo”.

 Quanto all’auditorium, così l’architetto Bonini: “Avrà spazi e moduli convertibili in base all’uso, sarà quindi polifunzionale e versatile; può arrivare a una capienza fino a 12 mila posti ed essere luogo di concerti, convegni, spazi espositivi temporanei. Prevedendo specifici spazi tematici, può essere anche il luogo della lirica, ospitandone le scenografie. L’idea è quella di creare un luogo simile allo Zénith di Parigi, affidando il progetto a un grande architetto di fama internazionale”.

Sulla proposta, è arrivata la presa di posizione di Ilaria Segala: “E’ una bella notizia che anche il consigliere Flavio Tosi finalmente ci dia ragione e si sia accorto che il Central park si farà – commenta l’assessore -. Si è accorto del tanto lavoro fatto da questa amministrazione e cerca di metterci il cappello, arrivando persino ad abbandonare tutte le sue vecchie posizioni. Diceva che il verde era possibile solo al 50% mentre adesso parla del 70%, oppure che il parco era una fandonia perché nessuno avrebbe partecipato al bando delle Ferrovie, che invece ha avuto tre offerte. Adesso che tutto l’iter è concluso, a fronte del nulla del suo mandato, il consigliere concorda con noi e ci fa avere le sue proposte. Le valuteremo senz’altro, ma intanto sarà meglio correggere alcuni strafalcioni grossolani. Il consigliere parla della società Signa Group come se fosse già l’affidataria (ma ancora non è stato fatto il bando del project) e della stazione Alta velocità che invece è una progettazione di Fs che è anche già finita. Inoltre, inutile cercare soldi per le bonifiche perché saranno a carico del proprietario dei terreni e infine inutile anche parlare di metri quadrati quando non si azzeccano i numeri. In definitiva, il Comune sta lavorando con il proponente alla Variante urbanistica che è roba concreta, diversamente dalle sue suggestioni”.