(di Stefano Cucco) L’antica chiesa di San Pietro in Colle a Caldiero, dopo anni di degrado, finalmente sta per essere salvata, grazie ad un contributo statale di 350mila euro ai quali si aggiungono ulteriori 150mila messi a disposizione per il restauro dalla Sovrintendenza di Verona. Infatti, nel capitolo “Onlus, biblioteche e campi sportivi” della Legge Finanziaria 2022 sono stati inseriti ben 350 mila euro a beneficio della parrocchia di Caldiero, vincolati al restauro di San Pietro in Colle. Pertanto, l’obiettivo dell’intervento di salvaguardia del tempietto romanico risalente al 1145 è stato centrato, ottenendo i soldi necessari al restauro.
Nonostante le fonti storiche non permettano di asserirlo con certezza, alcuni studiosi ipotizzano che la chiesa di San Pietro in Colle corrisponda con la pieve di Caldiero, citata nelle fonti sin dal 1145 (bolla di Papa Eugenio III: “curtem Galderii cum ecclesiis et decimi set familiis, et quicquid iuris habes in nemore quod vocatur Sarmatia et in silvis sitis iuxta Montem fortem et in Fuscalino cum cunctis pertinenciis eiusdem curtis”). Allo stato attuale, basandosi su dati concreti come la morfologia, la tecnica costruttiva del manufatto e la decorazione pittorica interna, si può affermare esclusivamente che l’edificio appartenga alla prima metà del XII secolo. Nel XVI secolo, in seguito alla costruzione della nuova chiesa parrocchiale nel centro del paese dedicata a San Giovanni, la chiesa di San Pietro, divenuta insufficiente alle esigenze della comunità, ne divenne cappella.
Risale al 2002 l’intervento di restauro delle decorazioni pittoriche interne del XII secolo. L’edificio si presenta con facciata a capanna rivolta ad occidente. Sul lato meridionale del presbiterio si inserisce il campanile a pianta quadrangolare, il cui vano a piano terra è adibito a piccola sagrestia. L’impianto planimetrico è ad unica aula rettangolare, con presbiterio rialzato di un gradino concluso con abside emergente a sviluppo semicircolare. I prospetti interni, privi di modanature architettoniche aggettanti, sono decorati con ampi lacerti di affreschi recentemente recuperati. L’aula è coperta dalla sovrapposta struttura di copertura a due falde con capriate a vista e manto in coppi di laterizio. Le pavimentazioni sono realizzate in pianelle di cotto.
La chiesa presenta un impianto planimetrico ad unica aula rettangolare con asse maggiore longitudinale, presbiterio rialzato di un gradino concluso con abside emergente a sviluppo semicircolare, il cui piano è rialzato di un ulteriore gradino; sul lato meridionale del presbiterio (angolata sud-orientale dell’aula) si inserisce la struttura muraria a pianta quadrata del campanile, il cui vano a piano terra è adibito a piccola sacrestia. L’ingresso principale si apre al centro della parete di facciata, verso un modesto sagrato antistante; è presente un’entrata laterale sul fianco meridionale dell’aula. La facciata a capanna è in stile romanico.
Al centro si apre il portale d’ingresso di forma rettangolare. Ai suoi lati due finestre, anch’esse di forma rettangolare, illuminano l’interno dell’edificio. La pavimentazione dell’aula e del presbiterio è realizzata in pianelle di cotto; al centro della navata un’antica lastra tombale in pietra calcarea bianca; il piano del presbiterio è rialzato con un gradino in pietra bianca. Sul lato meridionale del presbiterio si inserisce il campanile a pianta quadrangolare, il cui basamento a piano terra è adibito a sagrestia. Il fusto si sviluppa in parte all’interno dell’edificio ed in parte esternamente. Presenta struttura muraria in laterizio, tufo e calcare, con rivestimento di intonaco di calce.
Soddisfatti per il finanziamento sono il gruppo Amici di San Pieretto, che da quattro anni sta lavorando al suo restauro, e il Comune. A prendersi a cuore il salvataggio di questo tesoro è stato il senatore Massimo Ferro, già sindaco di Caldiero, che spiega : «Sono stato interessato del problema del restauro dalle volontarie Gabriella Ambrosini e Ornella Preabianca degli Amici di San Pieretto e, come Senatore del territorio, mi sono preso l’impegno e ho percorso una prima strada, quella che mi ha portato all’autostrada Serenissima Brescia – Padova, che si è dimostrata infruttifera. A seguito dell’allargamento dell’A4, con la terza corsia, le vibrazioni dei veicoli stanno danneggiando questo bene che sta cedendo proprio dal lato autostrada. Allora ho percorso la strada alternativa, quella del Governo, e mi sono mosso con la Soprintendenza di Verona. E”, conclude Ferro, “Con l’aiuto degli Amici di San Pieretto sono state presentate in Soprintendenza, al ministero dei Beni culturali e ambientali e all’ufficio beni ecclesiastici della Curia di Verona i documenti necessari, compreso il certificato di monumento storico. Un tempio che non deve andare perso, attestazione di valori artistico, di fede e culturale, situato tra Caldiero e Colognola. Adesso bisogna essere preparati con il progetto e la parte burocratica per poter avere la disponibilità de contributo in quanto i soldi ci sono”. “Ringraziamo il senatore Ferro per il risultato ottenuto.”, affermano Gabriella Ambrosini ed Ornella Preabianca, “Molte sono le problematiche da affrontare. Però non vediamo l’ora di poter iniziare con il restauro”.
Attualmente l’edificio è puntellato sul versante sud. Presenta crepe e fessurazioni in facciata, nella parte absidale e nel campanile. Ci sono poi interventi di risanamento interno necessari ai muri che conservano antichi affreschi in stile bizantino raffiguranti Madonne con Bambin Gesù e Santi tra cui San Pietro apostolo.