Valdegamberi propone una fondazione pubblico-privata per gestire il sistema museale. “Il sistema museale veronese dev’essere gestito con criteri manageriali e trasformato da costo a risorsa per la città. A tal fine c’è la necessita di un modello misto, che metta assieme le prerogative dell’istituzione e quelle dell’impresa culturale.”Secondo il consigliere regionale, che ha elaborato la proposta con l’associazione “Vale Verona”, occorre selezione del management e rotazione sulla base di obiettivi fissati dal piano, agilità e efficacia nel fund raising oltre che inserire il sistema Verona nei network culturali internazionali, con accesso ai fondi e alle risorse della programmazione. Valdegamberi propone inoltre flessibilità gestionale, semplificazione dei processi amministrativi e gestionali, management per obiettivi, coinvolgimento dei privati, innovazione tecnologica e dei modelli di fruizione, sviluppo del marketing mix culturale. “Vanno seguiti come buone pratiche gli esempi delle fondazioni che gestiscono i principali musei a Torino, Brescia e Bergamo. La gran parte dell’erogazione di risorse alla nuova organizzazione si configura come un vero e proprio mandato di prestazione, regolato per convenzione, che assicura alla pubblica amministrazione il conseguimento di rilevanti risparmi e il raggiungimento degli obiettivi di crescita e sviluppo. Il tutto mantenendo alla collettività la proprietà dei patrimoni, assolvendo i compiti di tutela, conservazione e valorizzazione che competono all’amministrazione pubblica”. “Verona – proseguono Valdegamberi e Silvestri, responsabile culturale dell’associazione— è tra le prime 7 città d’arte italiane per numero di visitatori e presenze turistiche. In questa lista, è l’unica a non avere neppure un sistema museale pubblico gestito autonomamente. Ciò nonostante la sola aggregazione del numero dei visitatori dell’Arena e della Casa di Giulietta, prima della pandemia, superasse ampiamente 1 milione di presenze l’anno. Una cifra molto importante e che non tiene conto degli altri musei del circuito comunale, che pure include altre eccellenze come Castelvecchio, la GAM a Palazzo Forti, il Museo degli Affreschi, Il Teatro Romano e il Museo Archeologico, lo stesso Museo di Storia Naturale, il Museo Lapideo. Un potenziale raro, in termini numerici e di varietà, al quale andrebbero aggregati anche i musei gestiti dalla Curia. Con questa impostazione potremmo fare del sistema museale veronese un importante volano di sviluppo per la città.”