Con il 26% dei contagi tra gli under20, la vaccinazione ancora in corso e 10mila classi in quarantena prima delle vacanze il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi vuole riaprire le scuole dopo le vacanze di Natale, vuole ”la scuola in presenza”. E dice che “ci vuole la responsabilità di tutti, ma questo è il nostro obiettivo e questo faremo”. Saranno possibili solo micro-chiusure, precisa il Ministro “laddove ci sono condizioni straordinarie, con focolai isolati, i presidenti di regione e sindaci possono disporre chiusure isolate, non diffuse, e allo scopo di verificare lo stato in quel cluster”. Insomma il Ministro dell’Istuzione non ne vuole sapere di chiude le scuole, ritornando, almeno per il periodo più critico, alla didattica a distanza. Eppure sarà a conoscenza anche lui che il 48% dei contagi è a carico dei ragazzi in età scolare e che aule scolastiche sono inevitabilmente il luogo dove ci si contagia più facilmente. Di fronte a questi dati serve a ben poco tutto l’impegno del generale Figliuolo e della Sanità Militare per il tracciamento dei positivi. Tra gli operatori della scuola cresce la richiesta di maggiori protezioni. La fascia dei più piccoli è ancora quella più colpita, probabilmente perché tra loro i vaccinati sono ancora troppo pochi’. Riconsiderare la didattica in presenza a cominciare dalla fine delle vacanze natalizie diventa sempre più necessario. Con buona pace del Ministro Bianchi. Ma in questo caso la Salute dovrebbe prevalere su l’Istruzione. Lo dicevano anche gli antichi filosofi: primun vivere, diede philosophari.