E’ lui, Andrea Velardi, “Macario” per gli amici, consigliere comunale della Lega, che ha lanciato l’idea di nominare il “sindaco della notte”. «Un’idea- dice- che ha subito scatenato polemiche. A cominciare dal nome. “Sindaco della notte”, che è l’oggetto della mozione che ho presentato. Subito a fare battute. Ma sono il frutto di un mentalità chiusa che dobbiamo superare se vogliamo fare di Verona una città europea e al passo coi tempi.»
Ma, ci dica la verità, questo “sindaco della notte” se l’è proprio inventato lei?
«Macché – sbotta “Macario”- io viaggio molto, mi interesso del mondo dello spettacolo, dell’arte e delle abitudini della gente ed ho studiato, non solo per interesse e cultura personale, ma soprattutto per motivi professionali, quello che avviene in città che sono più avanti della nostra. Ed ho scoperto che il “sindaco della notte”, ma se vogliamo possiamo anche chiamarlo “night manager” o in qualunque altro modo, esiste a Londra, ad Amsterdam, che è stata la prima città ad istituirlo, e in altre città ed è stato perfino inserito nel programma elettorale di Sala, il sindaco di Milano.”
E di che cosa dovrebbe occuparsi il “sindaco della notte”?
«Al di là delle facili ironie, si tratta di una figura molto seria e utile sotto vari aspetti. Il mondo della notte non è fatto solo di discoteche. Che tra l’altro ormai sono pochissime. Di notte – spiega “Macario” mentre i più dormono, ci sono persone che lavorano nei più disparati settori, siano essi dj, barman, camerieri, titolari di locali o tassisti. Ma anche fornai, medici, infermieri, turnisti, addetti ai mercati della frutta e verdura. E’ un comparto che genera migliaia di posti di lavoro, miliardi di indotto e che promuove cultura nei fatti. »
Velardi è un fiume in piena. «Chi pensa al “sindaco della notte” come uno che va in giro vestito da Batman, non ha capito niente. Dev’essere un manager che conosce a fondo il mondo della notte, con tutte le sue problematiche, a cominciare da quelle legate alla sicurezza e all’ordine pubblico. E’ solo conoscendo le abitudini e le tipologie delle persone che girano nelle ore notturne che si possono assumere quei provvedimenti che servono perché la vita si svolga tranquilla a tutte le ore, non solo di giorno.»
Quindi una figura che potrebbe essere inserita anche nel Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica?
«Esatto! Proprio così – esclama Velardi-. Bisogna promuovere la cultura dello svago, del divertimento, del rispetto del diritto al riposo, e della coesione sociale. Con tutto il rispetto anche tra i rappresentanti delle istituzioni manca la conoscenza del mondo della notte. Per questo serve un manager notturno che cooperi e coadiuvi il Sindaco per prendere tutte quelle decisioni utili a gestire al meglio le problematiche di chi vive di notte. E non può certo – precisa- esser una figura elettiva. Qui la democrazia non c’entra. C’entra solo la competenza. E il primo cittadino deve scegliere una persona competente che si avvalga della collaborazione di persone competenti.
Ed è una figura che le sembra cucita addosso alla perfezione….
Velardi sorride e continua deciso: «la notte è una fascia oraria che genera un’economia di grandi numeri in cui non gravitano solo discoteche e locali ma anche categorie non legate al mondo del divertimento notturno che si occupano di mobilità, sicurezza, di rifiuti, di commercio e di servizi. Serve una figura, espressione della politica, che sappia farsi portavoce e coordinare le esigenze di chi vuol dormire e riposare con quelle di chi ha i locali in orari notturni. Un night manager al vertice di un team, che abbia deleghe su vari settori, dal sociale alla cultura e che possa dialogare con i più alti vertici istituzionali per superare definitivamente anche questioni gestionali/amministrative, come la iniqua e non giustificata distinzione tra la musica dal vivo e gli intrattenimenti. »
Si tratta di una proposta molto interessante. Ma lei pensa che abbia possibilità di essere concretizzata?
Mi rendo conto di quanto questa sia una proposta ambiziosa, ma credo che sia assolutamente necessario svilupparla e concretizzarla. Il Pnrr ci dà di sviluppare un settore comunale che si occupi al cento per cento di vita notturna in tutte le sue declinazioni, tra cui lo Sportello unico del pubblico spettacolo. Occorre davvero che le ore di luce e quelle di buio abbiamo più integrazione – conclude Andrea Velardi- e che venga dato il giusto peso all’ “economia della vita notturna”, che più di chiunque altra è stata colpita e che a giorni verrà nuovamente fortemente penalizzata. Parlano tanto di “resilienza”, una bruttissima parola che significa “bisogna tener duro”. Fatico a pensare a settori che abbiano tenuto duro economicamente e socialmente più di quelli che operano di notte e nel tempo libero delle persone.»