Ultimo dell’anno. Non c’è niente da festeggiare. Dovrebbe essere ben chiaro tutti. Festeggiare il 2021 che si chiude suona come un’offesa ai morti e a tutti quelli che hanno patito per le vicissitudini che ci ha regalato, fisiche, economiche e morali. Meglio farlo scivolare via in silenzio questo anno. Ma feste no, per piacere!
E non c’è neanche da festeggiare l’anno che arriva. Chi è che sa che cosa ci porterà? E allora che cosa c’è allora da brindare? Perché rallegrarsi per l’ignoto che ci si presenta davanti? Più serio, più consono, più logico è accettare il passaggio dal 2021 al 2022 come il normale fluire del tempo, che solo noi umani abbiamo suddiviso in date. Per non parlare dell’idiozia dei botti, dei fuochi che hanno solo l’effetto di disturbare, offendere il buon senso e magari anche gli occhi e gli arti di qualcuno che finirà in ospedale a intasare inutilmente i Pronto Soccorso in un momento in cui bisognerebbe fossero liberi per accettare chi ne ha bisogno. O del comportamento inqualificabile di quei delinquenti che sparano in aria come se il proiettile finisse nello spazio e non ricadesse inevitabilmente a terra con il pericolo di colpire qualcuno.
Finiamola con queste stronzate! Basta col la stereotipata finta allegria della mezzanotte, coi trenini della stupidità. Chiudiamo il 2021 punto e basta. Coltiviamo pure la speranza che l’anno che arriva sia migliore. Dopo tutto quello che abbiamo visto negli ultimi due anni evitiamo i festeggiamenti. Anche perché il destino, vedendo che festeggiamo le disgrazie, potrebbe pensare che siamo contenti così. E allora sarebbe incentivato a farcene avere delle altre.