Se ne parla poco. Sicuramente meno del dovuto. Eppure l’aumento delle bollette, sia per le famiglie che per le aziende, è spaventoso. Rispetto al 2019 – osserva la Cgia di Mestre- ammonta a quasi 36 miliardi di euro l’extra costo che le imprese italiane sosterranno quest’anno a causa dell’aumento del prezzo delle tariffe elettriche. In 3 anni il caro-bollette per le imprese è quasi raddoppiato. Molte aziende, almeno temporaneamente, saranno costrette a chiudere gli impianti produttivi.
La Cgia prevede per il 2022 una tariffa media dell’energia elettrica per le imprese pari a 150 euro per MWh in quanto nei primi 5 giorni dell’anno la tariffa è scesa al di sotto dei 200 euro per MWh. Inoltre le principali istituzioni prevedono una progressiva (anche se non velocissima) riduzione nel corso di tutto il 2022. Si ricorda, infine, che nello scorso mese di dicembre il prezzo medio dell’energia elettrica per le imprese aveva toccato i 281 euro per MWh (media 2021 pari a 125,5 euro per MWh).
Inutile aggiungere che il costo dell’energia si rifletterà sui prezzi e alla fine tutto ricadrà sull’utilizzatore finale dei prodotti e dei servizi che è il cittadino. Il quale a sua volta si ritrova a dover pagare la bolletta della luce con un rincaro del 55% e quella del gas del 42%. Da qui il rischio concerto che l’aumento dei prezzi e la conseguente inflazione corrodano quello che ci viene dalla ripresa dell’economia. E’ questo lo scotto che gli italiani sono chiamati a pagare per non avere attuato una politica di autonomia energetica come invece hanno fatto i nostri vicini di casa francesi, svizzeri, austriaci, tedeschi e sloveni.