Covid: nelle ultime 24 ore in Veneto i nuovi casi sono 13.973. 20 i morti. Sono 1.561 i ricoverati in area medica (+43), 219 (+10) in terapia intensiva. 3.034 i nuovi casi Covid nella provincia di Verona. 5 i decessi. Aumentano di 11 i ricoverati in area medica (281) e di 2 in terapia intensiva dove i letti occupati sono 35. La decisione di far tornare i ragazzi a scuola lascia molto perplesso Zaia. E non solo lui. E’ una decisione politica, non condivisa da molti medici e dai presidi. La scelta del governo è dovuta al desiderio di dare segnali di normalità. Probabilmente basata sulla convinzione che la variante Omicron abbia preso il sopravvento sulla Delta. E se l’Omicron per i vaccinati è come un’influenza, per la quale mai le scuole sono state chiuse, perché mai le lezioni in presenza non potrebbero ricominciare? Il fatto è che questo ragionamento è basato sulla sottovalutazione della Delta, che circola ancora e che è quella che riempie gli ospedali. I ricoverati in terapia intensiva sono quasi tutti “Delta”. Ed anche i morti.
Osserva su “Repubblica” Roberto Battiston, docente di Fisica e coordinatore dell’Osservatorio epidemiologico dell’Università di Trento: “In questo momento è come se ci fossero due epidemie diverse: quella dovuta appunto alla Delta e quella riconducibile a Omicron, con effetti meno gravi sulla salute ma così contagiosa da farci rischiare un lockdown di fatto. ”Se sui 200mila nuovi casi giornalieri l’80% è da Omicron, significa che i restanti 40 mila sono Delta. E sono questi i casi che potrebbero mandare al collasso i nostri ospedali entro un mese. Il punto è, sostiene Battiston, che “siamo convinti di combattere un solo nemico, il Covid-19, mentre attualmente siamo di fronte a due varianti molto diverse, che adottano strategie e hanno conseguenze completamente diverse.” L’ideale sarebbe essere in grado di distinguere le due varianti quando uno s’ammala. Ma è praticamente impossibile farlo su larga scala attraverso la sequenziazione dei tamponi. Lo si può cercare di fare dal punto di vista clinico, che però non dà certezze. Perciò bisogna insistere su tutte le misure precauzionali. Compresa quella di evitare gli assembramenti che con la riapertura delle scuole, e non solo nelle aule ma anche sui mezzi di trasporto, saranno inevitabili.