(di Marco Danieli) Proseguono – qui il nostro video – come da programma i lavori su Ponte Nuovo anche dopo i recentissimi ritrovamenti storici rinvenuti nei giorni scorsi. Sono stati trovati infatti alcuni reperti e dei resti del ponte preesistente a Ponte Nuovo, datato 1936, fatto saltare in aria dai tedeschi durante la Seconda guerra mondiale e sulle cui macerie è stato poi costruito l’attuale. Un ritrovamento il cui valore storico anziché archeologico non pregiudica il proseguo dei lavori che, a loro volta, non impediranno le verifiche da parte della Soprintendenza. Ciò anche grazie alla nuova tecnica che, in corso d’opera, si è resa necessaria per la eseguire la bonifica bellica. Dove l’apposita strumentazione rilevava la presenza di materiale ferroso, mattoni contaminati dalle esplosioni dell’ultimo conflitto mondiale, invece di procedere con l’escavazione prima superficiale e poi più profonda, si sta lavorando con una stratificazione manuale e un’ulteriore verifica tramite micropali. Questo passaggio ha comportato uno stop di cinque giorni per aspettare il nulla osta da parte del 5° reparto infrastrutturale dell’Esercito di Padova.
La bonifica bellica è uno step fondamentale nel programma lavori, un’operazione delicata e potenzialmente pericolosa che viene eseguita sia in superficie che in profondità. Il 10 gennaio con la tradizionale tecnica della trivellazione erano iniziati i lavori, che sono stati sospesi pochi giorni dopo proprio per il continuo rilevamento di materiale ferroso a cui è legata la presenza di ipotetici ordigni bellici. Come già verificato dalle verifiche successive si tratta di mattoni contaminati da materiale ferroso, gettati nella copertura del ponte costruito nel dopoguerra. Ora, per evitare inconvenienti esplosivi, si procede con piccoli scavi in superficie per poi proseguire negli strati sottostanti.
Come già annunciato nei giorni scorsi, il potenziale rischio durante questa fase dei lavori di circa una settimana, impone la chiusura del passaggio pedonale durante il cantiere, dalle 8.30 alle 17 circa, che resta invece aperto nel fine settimana. La zona interessata è la spalletta del vecchio ponte, costruito tra il 1936 e il 1938 e poi andato distrutto durante i bombardamenti tedeschi della seconda Guerra mondiale. Al suo posto venne costruito l’attuale Ponte Nuovo, per il quale furono sicuramente usati mattoni recuperati dalle macerie e pertanto contaminati con materiale ferroso. Si tratta di reperti che la Soprintendenza cataloga di valore storico e non archeologico e sui quali proseguiranno ulteriori accertamenti, operazioni che tuttavia potranno essere svolte in concomitanza del cantiere sul Ponte. La bonifica bellica durerà circa una settimana, dopo aver setacciato il Ponte dal lato della chiesa di San Tomaso, si passerà sul lato opposto, verso la Ztl.
“L’adeguamento sismico di Ponte Nuovo è un intervento che non si poteva più rimandare a causa della pericolosità della struttura stessa – ha premesso il sindaco-. I lavori non si sono mai fermati e hanno proseguito anche dopo i ritrovamenti storici, la cui rilevanza è tale da non stoppare il cantiere. Non ci sono cantieri così rilevanti senza imprevisti, ormai lo abbiamo imparato bene, fortunatamente in questo caso i due interventi, quello di bonifica e le verifiche sul manufatto ritrovato, possono procedere di pari passo senza uno rallentare l’altro. Quanto al passaggio pedonale, l’indicazione è quella di chiuderlo solo se strettamente necessario e per il minor tempo possibile. E la bonifica bellica è senza dubbio uno di questi casi”.
“I lavori sui ponti vanno fatti – ha aggiunto Tinè-. A Verona ogni cantiere si trasforma in un’occasione archeologica, in questo caso siamo di fronte ad un ritrovamento di valore storico ma non archeologico, che non blocca i lavori né li rallenta. Proseguiremo le verifiche per quanto di competenza, non è detto che il cantiere riservi nuove sorprese”.