E’ piena bagarre politica sui lavori di messa in sicurezza del Ponte Nuovo (del Popolo), chiuso al traffico nelle ultime settimane e di cui abbiamo scritto qui. Sia Flavio Tosi che Traguardi avevano contestato periodo di svolgimento dei lavori, rispetto della storicità del sito nonchè utilizzo di formule temporaneo di sostegno al passaggio come accaduto in passato. Oggi è arrivata la risposta di Palazzo Barbieri. Che, in una nota, evidenzia come “Ponti e passerelle provvisorie, la storia non si inventa. E nemmeno si camuffa. Le uniche passerelle pedonali vennero realizzate in situazioni di gravi emergenze e non per chiusure di 15 giorni su 670 di cantiere. Nel settembre del 1882 Verona fu colpita da una delle più devastanti piene del fiume Adige, causando numerose vittime, danni e distruggendo alcuni dei ponti presenti all’epoca. La città era completamente sommersa dall’acqua. Venne realizzato un ponte provvisorio a fianco di Ponte Navi, non pedonale, riservato al passaggio dei tram. I due ponti convissero per circa un anno.

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Il ponte provvisorio del 1882

Diversa la situazione che si venne a creare dopo la Seconda guerra mondiale, quando tutti i ponti cittadini furono minati e distrutti dalle truppe tedesche d’occupazione in ritirata. Per collegare le due rive, gli americani realizzarono due passerelle in acciaio riservate ai tram, mentre il Comune ne costruì altre in legno per i pedoni.

Quanto a Ponte Nuovo, la foto (in apertura di questo articolo. ndr) del 1939 mostra a destra il vecchio ponte Umberto (così si chiamava Ponte Nuovo prima del 1946) in metallo, costruito nel 1895 dopo la piena dell’82. Non è una passerella pedonale, bensì una struttura riservata al passaggio dei tram. Sulla sinistra si vede invece il nuovo Ponte Umberto in cemento armato, costruito più a valle di 27 metri per consentire l’allineamento con via Nizza. Questo ponte verrà fatto saltare in aria dai tedeschi nel 1945 e ricostruito nel 1946-47, realizzando il Ponte Nuovo attualmente presente.

Quanto alla passerella pedonale, a fianco a Ponte Nuovo ne venne realizzata una subito dopo l’alluvione del 1982, la passerella Carli. Rimase circa un anno per poi essere sostituita dal ponte ad arco in ferro nel 1883, a sua volta provvisorio. Il ponte in metallo venne infatti realizzato nel 1895″.

“In fase progettuale, prosegue la nota, l’Amministrazione ha preso in considerazione l’ipotesi di realizzare una passerella pedonale da utilizzare durante il cantiere. L’idea è stata scartata in quanto non economicamente sostenibile e tecnicamente non adeguata alle richieste del Genio Civile. Sul fronte della tempistica, la realizzazione ex novo della struttura e i diversi passaggi progettuali, preliminare, definitivo ed esecutivo, avrebbero richiesto un iter più lungo del cantiere già avviato, per un’opera ‘a tempo’ in quanto del tutto provvisoria. E che, come minimo, avrebbe avuto un costo di 500 mila euro.

In questa fase del cantiere, la chiusura del passaggio pedonale su Ponte Nuovo avviene solo durante le operazioni di bonifica bellica per la sicurezza dei lavori, dalle 8.30 alle 17 circa e solo nei giorni feriali. Dalle 17 in poi e per tutta la giornata durante il weekend, il passaggio a piedi sul Ponte è sempre possibile. L’attività di bonifica e quella successiva per lo spostamento dei sottoservizi da parte di Agsm, che necessitano della totale chiusura del Ponte, hanno una durata complessiva di circa 15 giorni, su un cronoprogramma di 670 giorni di cantiere. In ogni caso, il passaggio pedonale è sempre aperto e percorribile dalle 17 in poi e il sabato e la domenica tutto il giorno”.

“Doppio scivolone per il consigliere Ferrari, che dimostra pressapochismo sia come consigliere comunale sia come ingegnere – afferma il sindaco Federico Sboarina -. Se infatti si fosse documentato per bene, saprebbe che la chiusura del passaggio pedonale di Ponte Nuovo non solo è limitata a pochi giorni e solo durante la presenza degli operai, ma anche che si tratta di un periodo davvero breve rapportato alla durata complessiva del cantiere. Senza parlare dello spreco di denaro pubblico che la realizzazione di un’opera totalmente provvisoria comporterebbe. Come la storia insegna, tali strutture sono state realizzate in occasioni davvero eccezionali e in condizioni di emergenza. Di urgente ora, c’è solo la messa in sicurezza di Ponte Nuovo, il cui ripristino e adeguamento sismico non può davvero più aspettare”