(di Stefano Cucco) A Ronco all’Adige la Giunta comunale ha appena approvato un progetto di collaborazione per creare una rete sociale e socio-assistenziale che risponda ai bisogni urgenti ed emergenti dei cittadini residenti nel paese. Si tratta di un progetto innovativo e sperimentale che si basa sulla progettazione e collaborazione attraverso un protocollo d’intesa tra il Comune e cinque associazioni del terzo settore del tessuto sociale ronchesano : l’Associazione “Don Girelli – Sesta Opera di Misericordia”, che gestisce la Casa San Giuseppe, la Fondazione Baldo Ippolita dell’omonima Casa di riposo, l’Associazione Solidariamente, la San Vincenzo ed il gruppo parrocchiale “Famiglie in Rete”.

Le risorse stanziate per dar vita al progetto sperimentale sono state quantificate dalla Giunta in 12.500 euro per il 2022 e in altri 12.500 euro per il 2023. “Il progetto di partnership”, spiega Davide Vesentini, vicesindaco con delega alle Politiche sociali, “parte dalla consapevolezza che le buone prassi messe in campo dalla nostra Amministrazione comunale sono imprescindibili dalla collaborazione con le realtà del terzo settore e le reti di volontariato del territorio, perché queste rappresentano i soggetti in grado di intercettare, prima di tutti, i bisogni emergenti della fascia più fragile della popolazione residente. Pertanto, puntiamo a mettere in atto tutte le sinergie e le collaborazioni possibili, valorizzando e sostenendo i soggetti del terzo settore”.

Questo accordo, in sostanza, è finalizzato alla realizzazione di un sistema di servizi integrati per la domiciliarità e la prossimità, a favore di persone che sono prive di un’adeguata rete familiare e sociale alle loro spalle, o con disabilità anche acquisite, oppure che si trovino in situazioni di disagio, di difficoltà o di marginalità. Il progetto si basa sulle linee guida per la cogestione dei servizi sociali tra la pubblica amministrazione ed enti del terzo settore, adottate sia dall’Anac che in applicazione del Decreto del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. Le disposizioni ministeriali prevedono infatti la possibilità di effettuare affidamenti di servizi pubblici a soggetti del volontariato e delle imprese sociali, attraverso forme di aggiudicazione o negoziali, al fine di consentire agli organismi del settore privato che operano nel sociale la piena espressione della propria progettualità ed il sostegno ai loro Comuni.