(di Elisa Dalle Pezze *) I temi della sicurezza idraulica, del dissesto idrogeologico e delle fognature sono stati oggetto di un documento proposto dal gruppo consiliare del Partito Democratico in Circoscrizione 2^, sottoscritto dai consiglieri Traguardi, Verona in Comune e Famiglia e Futuro e approvato all’unanimità del Consiglio.
I nubifragi del 2018 e del 2020, in particolare, ma anche le piogge torrenziali estive hanno mostrato la necessità di approntare alcuni interventi per la messa in sicurezza del territorio e delle persone.
In più occasioni le Commissioni Ambiente, Sicurezza e Strade hanno stilato le aree di maggiori criticità: qualcosa è stato realizzato, come l’intervento rilevante del Consorzio di Bonifica Veronese nella zona via Santa Cristina/via Monastero a Parona, o le griglie in Piazza del Porto grazie alla collaborazione tra Comune e Acque Veronesi, ma altri interventi sono ancora in attesa.
Nell’elenco redatto dal Consiglio, anche alla luce della segnalazione di cittadini e di interventi da parte della polizia locale e di mezzi di pronto intervento, è stata inserita la problematica del rio Lorì che ciclicamente esonda in più punti di Avesa, sia nelle strade che all’interno di abitazioni private. All’interno dei fondi Vaia che la Regione Veneto ha stanziato a favore del Comune di Verona (4,5 milioni di euro) da destinare ad alcuni cantieri in città era stata inserita un’opera di tubazione che dovrebbe intercettare il torrente Lorì e riversa le acque nel torrente Avesa quando queste superano il livello di sicurezza, in modo da evitare l’allagamento di abitazioni, della pista ciclabile e delle abitazioni di via Carso e dell’impianto polisportivo Avesani.
A mezzo stampa è stato annunciato l’avvio del cantiere di Porta Borsari da parte di Acque Veronesi che, per conto del Comune, gestisce i fondi e i progetti di tale fondo, ma ad oggi non vi sono notizie per quanto riguarda il progetto ad Avesa.
Senza alcuna progettualità è ad oggi studio di fattibilità per fare in modo che in via Valpolicella l’attuale conduttura di acque miste venga sostituita con un sistema che separi le acque nere dalle acque bianche, al fine di garantire salute e sicurezza ai residenti che tra il 2020 e il 2021 si era fatti promotori di una raccolta firme e avevano incontrato il Sindaco in Circoscrizione.
La situazione delle progettualità ci preoccupa dal momento che nel Bilancio 2022/2024, rispetto all’anno precedente, sono stati ridotti da 200.000 a 1.700.000 i fondi per il potenziamento delle acque meteoriche in considerazione del fatto che già nel 2021 alcuni piccoli interventi di messa in sicurezza nei quartieri sono stati effettuati con i pochi fondi di manutenzione assegnati alla Circoscrizione: si tratta del collettamento delle acque in via Cà di Cozzi all’altezza del torrente Quinzano, dove l’acqua con un semplice temporale arrivava alle ruote delle auto in strada, e ad allagare i condomini; alla realizzazione di un pozzo disperdente in via Quinzano, alla pulizia dei pozzi, ormai fuori uso per i fanghi depositati, nel parcheggio dell’impianto sportivo di Quinzano che diventava una piscina, e una nuova griglia con due sbocchi sul torrente Quinzano in via Nuova/via Tesi a Quinzano. Sono interventi di piccola entità, ma molto significativi per la sicurezza dei cittadini.
In occasione dell’esame del Bilancio 2022 abbiamo chiesto il ripristino del fondo per le acque meteoriche e rinnovato la richiesta di finanziamento degli studi di fattibilità di due opere la cui necessità per i quartieri è emersa proprio a seguito del nubifragio del 2018: il ponte in via Camposanto ad Avesa e la strada alternativa al guado di via Cozzi.
(* Gruppo PD Circoscrizione 2^)