C’è un pezzo della storia italiana, fra il 1969 e la prima metà degli anni ’80, contrassegnato dalle stragi e dagli anni di piombo, che non è mai stato chiarito. Forse tutta la verità su quel che successe la sapremo solo fra anni. Quando non servirà più granché. Ma per quelli che quegli anni li hanno vissuti o che vogliono conoscere la storia italiana, quantomeno per non incorrere negli stessi errori e per distinguere fra amici e nemici, ogni volta che un pezzo di verità viene a galla è un passo avanti per conoscere i colpevoli della strategia della tensione.
A questa ricerca ha contribuito la trasmissione Report (Rai 3, direttore Sigfrido Ranucci) sui depistaggi sulla strage di Bologna e sui rapporti fra terrorismo-servizi segreti-mafia-massoneria. E’ quasi mezzo secolo che si cerca di dipanare la matassa di questi rapporti. Ogni tanto viene sciolto qualche nodo, affiora qualche elemento di verità, arriva qualche testimonianza inaspettata. Come quella del generale Pasquale Notarnicola che tra il 1978 e il 1983 è stato capo dell’Antiterrorismo e del Controspionaggio del Sismi. Il generale, poco prima di morire, ha sentito il bisogno di chiamare Ranucci per organizzare un’intervista nella quale ha raccontato come sono andate le cose attorno alla strage di Bologna.
Il primo dato che emerge dall’intervista è che Notarnicola, dopo aver avuto alle 10,31 del 2 agosto 1980 la notizia della strage avvenuta alle 10,25 dal suo “capocentro” e avvisato il suo superiore gen. Santovito, capo del Sismi, che rispose tranquillamente che non si trattava di attentato ma di “una caldaia a gas che è scoppiata”. Si trattava del primo depistaggio precostituito. Come poteva Santovito sapere dopo solo pochi minuti la causa dell’esplosione? Quindi se il capo dei servizi segreti militari depistava significa che sapeva. E se sapeva…vuol dire che in qualcosa c’entrava. Poi però, una volta appurato che si trattava di una bomba, il gen. Notarnicola ricorda che vennero inscenati altri tre tentativi di depistaggio finalizzati ad accreditare la tesi dell’attentato del terrorismo internazionale, “per dare l’impressione al governo e all’opinione pubblica che la strage di Bologna fosse stata compiuta da stranieri.” Alla domanda del giornalista di Report “lei può dire che chi ha pianificato i depistaggi era anche tra coloro che han pianificato la strage?”
“Penso di sì, – risponde il gen. Notarnicola- penso di sì, perché non c’è altra spiegazione.”
“Il generale Santovito?” chiede Paolo Mondiani.
“ Beh certamente il generale Santovito ma io non so se sia stato solo. Per me le menti raffinatissime stavano fuori della nazione.”
Mondiani chiede “lei generale, in una commissione parlamentare d’inchiesta afferma: ‘Nessuno mi aveva detto durante la mia permanenza al servizio dell’esistenza della Stay Behind, di Gladio’ ”.
Risponde il gen. Notarnicola.”Ho sempre l’impressione che la Gladio legittima servisse anche a nascondere una Gladio illegittima, che era la Gladio delle stragi. Geli che viene tanto magnificato io lo ritengo un prestanome. Io penso che fin da allora Gelli avesse a che fare con gli Stati Uniti.”