Michele Bertucco, consigliere comunale di Verona e Sinistra in Comune, interviene sul blocco del traffico che interessa l’area metropolitana di Verona: «Stupisce il sangue freddo dell’assessore Segala – sottolinea in una nota – che si accontenta di sapere che Verona è stata l’ultima a finire in zona Arancione per il continuo sforamento del limite delle concentrazioni di inquinanti. L’aria è avvelenata e all’amministrazione basta vincere una gara tra gli ultimi della classe. Dovremmo dunque gioire per essere in livello di Allerta Arancione mentre parti del Veneto sono già entrate in zona Rossa?
Ad oggi sono 15 i giorni di superamento registrati dalla centralina Arpav di Borgo Milano, più di un giorno su due dall’inizio dell’anno. L’ultimo dato riporta una concentrazione di 76 microgrammi per metro cubo di aria, a fronte di un limite che è appena di 50 microgrammi. Dodici i superamenti registrati da quella del Giarol Grande. E i limiti della normativa italiana sono già meno stringenti di quelli indicati dall’Organizzazione mondiale della sanità.
Il tema su cui si attendono risposte dalla politica è sempre lo stesso: gli interventi strutturali, ovverosia favorire il trasporto ferroviario e il tpl a scapito di quello privato, che va ridotto. Senza passare da questo punto non c’è una politica credibile. Il punto, pertanto, non è quello di fare una guerra tra poveri e ricchi per decidere quali auto vadano fermate, ma ridurre il traffico implementando mobilità pubblica e privata sostenibile.
La politica del girare la testa dell’altra parte finora ha funzionato perché non esiste ancora un bollettino quotidiano delle morti e dei danni collaterali dell’inquinamento, come invece accade per il Covid. E nemmeno un aggiornamento periodico del costo procapite delle sanzioni che l’Europa periodicamente infligge all’Italia e al Veneto. Legambiente calcola che “per gli abitanti di Padova, Venezia, Verona, Treviso e Vicenza il costo sociale medio supera i 2.000 euro pro capite con una incidenza media sul PIL del 6,4%. Numeri di molto superiori alle medie nazionali ed europee che impattano pesantemente sul benessere della popolazione e portano le nostre città ad essere tra le peggiori 15 d’Italia per costi pro capite dovuti all’inquinamento ed il Veneto ad essere la regione dove i cittadini pagano i costi sociali e sanitari connessi all’inquinamento atmosferico più alti d’Italia.
Questi dati – conclude Michele Bertucco – vengono raccolti soltanto dalle associazioni ambientaliste mentre le amministrazioni comunali li fanno cadere. Un amministratore responsabile non si muoverebbe però soltanto sull’onda dell’opinione pubblica, farebbe quello che è giusto a prescindere da essa. Ma abbiamo capito che in questa amministrazione mancano le persone in grado di fare scelte coraggiose e giuste».