(aggiornamento ore 17.12) Sul volantino distribuito in Borgo Trento con l’effige di Benito Mussolini, prende posizione Federico Sboarina: «Adesso basta, fermiamo il sassolino prima che diventi la solita valanga ingiuriosa sulla città. Le indagini in corso evidenziano forti perplessità sull’attribuzione del volantino, che sarebbe stato messo in qualche cassetta della posta nel quartiere di Borgo Trento. Testo e grafica non sarebbero assimilabili a quelle tipiche della destra e quindi tutto porterebbe a pensare ad una goliardata, che non mi fa ridere per niente perché non vorrei che fosse l’ennesima occasione di strumentalizzazione che getta discredito su Verona, dipingendola diversa da come invece è realmente. Smentisco anche chi insinua che io avrei rifiutato di prendere posizione, non sono mai stato interpellato né dai politici e amministratori seri che attendono le indagini, né dal Consiglio comunale né tantomeno dai cittadini. Su questa vicenda, al momento, si agitano solo coloro che non fanno differenza fra bufale e realtà. Pur di raccontare una Verona che non c’è, si cavalca tutto, persino le presunte ronde contro le baby gang. La sicurezza pubblica in questa città è saldamente nelle mani del Prefetto, che la esercita con esperienza e con insistenza quotidiana, il controllo del territorio spetta esclusivamente alle Forze dell’Ordine”.
Puzza infatti di provocazione lontano un chilometro il volantino messo in alcune cassette delle lettere in Borgo Trento con l’effige di Mussolini e l’annuncio dell’apertura di una “palestra di fascismo”. Che cosa significa “palestra di fascismo”? Una mente normale penserebbe a una scuola politica, visto che il fascismo è una dottrina politica, condivisibile o no. Invece no. La palestra del volantino sembra invece una palestra per fare esercizio fisico per prepararsi a menare, per usare il manganello e per imparare le tecniche per somministrare l’olio di ricino. Ma ragioniamo: chi è quell’imbecille che va in giro a incassettinare i volantini senza dire dove poi è questa “palestra”.
Se anche uno volesse iscriversi, dove cazzo va? E’ evidente che si tratta dell’ennesima provocazione per tenere alto “il pericolo fascista”, guarda caso in concomitanza col “giorno della memoria” e poco dopo la presentazione del libro di Berizzi. Sembra proprio un’invenzione della propaganda di sinistra quando è a corto di argomenti e teme il successo della destra. Che ci sia qualche idiota violento che crede di essere fascista non si può escludere. Ma gli idioti e i violenti ci sono in ogni dove e sotto tutte le bandiere. Si sa che la madre dei cretini è sempre incinta. La violenza, quella che mette in pericolo i cittadini, quella che non ci fa sentire sicuri per le strade della nostra città, quella dei teppisti e dei vandali col fascismo e con la politica non c’entra niente. La violenza viene dalle bande di giovani delinquenti che girano per le città. E non sono fascisti. E nemmeno italiani, tanto per essere chiari. Come quelli che a Milano hanno cercato di violentare due ragazze in piazza Duomo (m.d.).