Le “presidenziali” offrono spunto anche a Michele Bertucco, Sinistra in Comune, di analizzarle in chiave scaligera: «L’elezione del Capo dello Stato è passata ma il centrodestra veronese è ancora più diviso di prima, a conferma che non si possono mettere insieme persone e partiti che non si stimano. Peghin a Padova ha già rotto gli indugi annunciando la sua candidatura per il centrodestra malgrado i distinguo della Meloni a livello nazionale. A Verona, invece, è già tanto se Lega e alleati non sparano contro il Sindaco uscente Federico Sboarina che ha l’ambizione (e anche la faccia tosta) di ricandidarsi dopo aver spergiurato che avrebbe fatto soltanto un mandato. E questo che il centrodestra vuole offrire alla città, un continuo tira e molla tra alleati per tutta la durata della campagna elettorale e oltre?
Anche sulla vicenda del volantino fake riguardante la nuova “palestra fascista”, sul quale non mi sono pronunciato ma ho fatto comunque un esposto in Procura in quanto il testo integra il reato di apologia del fascismo, Sboarina e soci non sono stati affatto chiari. Potevano soffocare sul nascere ogni polemica dichiarando che Verona e la sua amministrazione si ispirano ai valori costituzionali di antifascismo, pertanto iniziative simili sono del tutto inutili. Ma non l’hanno fatto e si sono limitati a blaterare sul danno d’immagine alla città. Siano chiari: dicano se sono in grado di fare una proposta alla città e se intendono sciogliere i nodi delle tante ambiguità che si portano dietro».